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Jennu Brigannu. Storie di briganti calabresi

Zahir associazione culturale
Regia: Ernesto Orrico
Drammaturgia: Vincenza Costantino
Attori: Manolo Muoio e Ernesto Orrico musiche eseguite dal vivo da Paolo Napoli
Anno: 2014


Generi: Prosa

Tags: narrazione, brigantaggio, sud, storia d'Italia, musica popolare

Due uomini, due sedie. Sullo sfondo potrebbe esserci una porta, la porta di una bottega in cui si vende vino (in una qualsiasi strada di paese). I due stanno davanti a questa porta immaginaria, e parlano di un tema a caduta libera: il brigantaggio. Ne parlano dispiegando le loro conoscenze e con i modi di cui sono capaci, ne parlano mischiando la Grande Storia dell’Unità d’Italia con le storie riportate da testimonianze inedite o inventate, intrecciando cronache agiografiche, calunnie, leggende, materiali fotografici e documentari e un po’ di spensierato “sentito dire”. Il testo è una polifonia che tiene in conto sia le voci contro e sia quelle a favore del brigantaggio, con l’obiettivo di svelare i limiti presenti in una lettura manichea del fenomeno. I briganti non erano solo farabutti ma neanche solo eroi da leggenda, erano innanzitutto uomini che avevano scelto, o erano stati costretti a scegliere, di stare fuori della legge e dalla cosiddetta comunità civile, pagandone poi il prezzo più alto. Accanto a storie note e divenute parte della cultura popolare, ci sono storie di tanti senza nome, che si sono fatti briganti per seguire un sogno, un ideale, per una vendetta, un motivo d’onore, o solo per sfuggire la fame. Il racconto dispiega così una storia frammentata e contraddittoria, che si sviluppa parallelamente a quella ufficiale e alle vicende della Calabria contemporanea. Il dialogo fra passato e presente è continuo, la cronologia netta degli eventi cede il passo alla poesia, i documenti storici sconfinano nei deliri e nei sogni di chi il brigantaggio l’ha vissuto per interposta persona, senza agire, senza scegliere, ma continuando a raccontarlo, in qualche maniera, a cantarlo. Lo stile della recitazione è semplice, privo di artifici, tutto si basa sulla parola, sulla capacità degli attori di dare corpo e voce a piccoli frammenti narrativi, in un continuo affastellarsi di stili, forme e dialetti, con una voglia di raccontarsi addosso e di togliersi il fiato a ricordare nomi, personaggi, luoghi, storie…

Altri crediti: audio e luci Antonio Giocondo
organizzazione Alessandra Fucilla

Produzione: Zahir Associazione Culturale

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Zahir Associazione Culturale nasce su iniziativa di un gruppo di laureati dell’Università della Calabria. Si occupa di progettazione e organizzazione di eventi dello spettacolo. Propone e realizza, dal 2006, progetti artistici, culturali e formativi indirizzati alla ricerca e alla sperimentazione dei linguaggi. Realizza laboratori nelle scuole e in realtà di disagio ed emarginazione, avvalendosi della collaborazione di operatori culturali qualificati e di artisti nazionali ed internazionali (Maria Elena Garcia, Marika Massara, Oliviero Rossi, Andrea Masotti, Rolando Omar Benenzon; per i progetti teatrali: Antonio Viganò, Massimo Munaro, Davide Iodice, Armando Punzo). Dal 2011 sotto la guida del regista, autore e attore Ernesto Orrico, avvia la produzione di spettacoli teatrali, con un approccio fortemente indirizzato alla narrazione di storie e tematiche legate alla sud e alla Calabria. Sul modo di essere liberi - studio teatrale liberamente ispirato e dedicato alla poesia di Franco Costabile (2012), #neoeroina (2012), Sulle acque sui rovi – storia di San Francesco di Paola (2013), Speaking and looping (2013), Proviamoci ancora (2014) in coproduzione con Compagnia del precariato stabile, Jennu Brigannu. Storie di briganti calabresi (2015) e La mia idea. Memoria di Joe Zangara (2016). Nell’ultimo anno produce anche Se son rose…una storia che s-confina delicatamente per la regia di Teresa Bruno nato all’interno di MYART, un progetto che ha come scopo l’utilizzo del teatro in un processo di integrazione e interazione tra identità culturali e religiose diverse. Fanno parte del cast: ragazzi italiani, diversamente abili e ospiti degli SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati). Zahir fin dalla sua nascita produce reportage, cortometraggi e documentari tra i quali Della stessa sostanza dei sogni (2011) di Sandra Vizza, documentazione video dell'omonimo laboratorio tenuto da Davide Iodice; IV anno di attività del progetto ”Laboratorio di Teatro, Danza, Musica, Video” con gli utenti dei Centri di Salute Mentale della ASP di Cosenza, con il sostegno della Provincia di Cosenza; Cercando Mercuzio (2012) di Gianluca Bozzo ed Ernesto Orrico, documentario relativo a “Mercuzio non vuole morire” (produzione Carte Blanche/VolterraTeatro), laboratorio teatrale che il regista Armando Punzo ha parallelamente condotto con gli utenti dei centri di salute mentale dell'ASP di Cosenza e con un gruppo di attori (Piccolo Teatro Unical, 30 gennaio/7 febbraio 2012). Pinocchio perché (2013) di Gianluca Bozzo, documentario realizzato nell’ambito del progetto “Laboratorio di teatro, danza, musica e video”, rivolto agli utenti dei CSM dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza. Arte Narura Cultura (2014) di Maria Furfaro, documentazione dell'omonimo laboratorio creativo realizzato con gli studenti delle scuole pubbliche del comune di Castrovillari (CS), nell’ambito del Piano di educazione ambientale 2013/2014 dell’Ente Parco Nazionale del Pollino.
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