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Il Piccolo Guitto

Massimiliano Aceti

Genere Teatroragazzi (13-19) Prosa
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Regia: Massimiliano Aceti

Drammaturgia: Massimiliano Aceti

Attori: Massimiliano Aceti

Altri crediti:

Parolechiave: teatro shakespeare amore sesso guitto

Produzione: Pandora Lab s.r.l.

Anno di produzione: 2015

Genere: Teatroragazzi (13-19) Prosa

"C'è un solo modo per fare l'attore famoso: andare all'Accademia d'Arte Drammatica. Tutti quelli che ci vanno poi escono bravi e famosi. Gassman, Manfredi, la Magnani e tutti gli altri."
"Pure Alberto Sordi?"
"No, lui l'hanno rifiutato."
"Perché?"
"Perché voleva fare l'attore comico."
"Io pure"
"Eh… ho capito, ma quello è Alberto Sordi, tu chi sei?"



Massimiliano è un bambino di sette anni, silenzioso e timido. Scopre per caso di avere un grande dono: riesce a imitare con molta facilità la voce degli adulti che lo circondano. Grazie a questa capacità vince le sue paure e trova un posto nel micromondo dei bambini, quello del “guitto”.
Si identificherà a tal punto con questo ruolo da non riuscire più a capire dove finisca “Massimiliano” e dove cominci il “guitto”. La voglia di suscitare le risate dei compagni di scuola lo porteranno a essere sempre più lontano dal bimbo introverso che era, ma con molta sofferenza.
La storia inizia con la prima recita di Massimiliano davanti ai compagni di classe: sorpreso dalla maestra a dire parolacce imitando la voce della zia, si giustifica inventando che sta interpretando una scena del Romeo e Giulietta, la maestra allora lo costringe, per punirlo, a esibirsi davanti a tutti nella tragicommedia Shakespeariana. Non conoscendo la storia, la inventa e, aiutato dal piccolo amico “Il Marani”, riesce a trasformare una punizione in un grande successo di risate.
Accompagnato dal Marani e da altri amichetti si troverà ad affrontare le avventure e i temi che lo porteranno all'adolescenza:
- la scoperta della morte
- il primo amore
- il divorzio
- l’invidia
- il sesso
- ecc.
Con l’incredibile ingenuità e genuinità del bambino il piccolo Massimiliano è il protagonista di questo racconto. La vita di un bimbo, dai sette ai dodici anni, segnata dalla leggerezza e dalla tragedia di essere, agli occhi del mondo, solo un guitto.

Il piccolo guitto è uno spettacolo che nasce da una necessità: quella di riappropriassi del proprio "mestiere".  La paura del vuoto, la necessità di un padre artistico o anche più semplicemente il bisogno di soldi per costruire una famiglia mi ha spinto in questi anni a diventare un "attore scritturato". Non c'è nulla di male, anzi, ma questa condizione a lungo andare temo che porti ad un incancrenimento della creatività e  alla fine della gioia nel lavoro dell'attore.
Il piccolo guitto è un rischio: economico e umano. Uno spettacolo scritto, diretto, interpretato e autoprodotto. Un solo attore in scena, un tavolo una sedia. Non ci si può nascondere dietro una trovata registica. E' la storia di un piccolo bambino che vuole diventare un attore comico attraverso mille difficoltà  e contemporaneamente la storia di un attore serio che vuole ritornare bambino per vivere la sua vita d'attore.

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