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La Felce. È primavera. Qualcuno canta.

Nuove Officine

Genere Prosa
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Regia: Marianna Di Mauro

Drammaturgia: Marianna Di Mauro, Maria Teresa Berardelli

Attori: Francesco Buttironi, Mounir Derbal, Lorenzo Fochesato, Elisa Gallucci, Simone Spinazzè

Altri crediti: Co-regia Video Giovanni Caloro Musiche Gianluca Misiti Scene Diana Ciufo Organizzazione Nicole Calligaris

Parolechiave: Felce, Abitudine, Fratelli, Padre, Primavera

Produzione: Nuove Officine

Anno di produzione: 2016

Genere: Prosa

In una casa vive una famiglia, composta da un Padre e tre Figli, adolescenti. C’e poi una Babysitter, che lavora con loro. I tre Figli non possono uscire da quella casa fino a quando la felce nel loro giardino fiorira. Perche il loro microcosmo, ha insegnato loro il Padre, funziona cosi. Perche il mondo funziona cosi. Nel microcosmo si vive bene, non e una prigione ma e una casa accogliente, in cui i Figli si sentono protetti e in cui la vita si regge su una forte cornice di abitudine. I Figli fanno tutti i giorni le stesse cose e ripetono
costantemente le medesime esperienze (giochi, allenamenti, momenti di svago).
Arriva un giorno pero, in cui la cornice d’abitudine si spezza. Dapprima in modo piccolo e
del tutto inconsapevole, poi in modo piu forte, benche sempre inaspettatamente. Nasce un’insofferenza nei Figli, che li porta a essere violenti tra di loro. Nasce una stanchezza, che li porta a essere sempre piu apatici. Nasce una tristezza che loro chiamano “raffreddore”. Nasce l’esasperazione, davanti alla quale il Padre comprende di aver fallito. Nasce poi un “perche?” ingenuo e inconsapevole, che i Figli non riescono del tutto a comprendere. Chiedono al padre di avere delle risposte, ma lui e oramai impotente. Conscio di aver fallito, non sapendo piu come andare avanti, il padre si uccide. I figli provano dolore, e soprattutto sono scioccati dalla morte, con cui non erano fino ad allora mai entrati in contatto. Si trovano soli, e sanno che quel loro microcosmo, cosi come era sempre stato, e oramai finito. Cercano di avere delle risposte dalla Babysitter e le ottengono. Ora sanno cos’e la morte, sanno cos’e il dolore, sanno che il raffreddore, cosi
come lo avevano chiamato loro, non esiste. Sanno che la felce non fiorira e sanno che il Padre, per proteggerli, aveva mentito. La Babysitter cerca di aiutarli, vorrebbe portarli con
se, ma loro non vogliono lasciare quella casa. Anche ora che sono diventati consapevoli, non possono andare via. Ricreano il loro nuovo microcosmo, stanno li, senza speranza ne disperazione. Aspettano che la felce muoia del tutto, ora che l’hanno sradicata. D’altronde,
che senso avrebbe avuto tenerla li?

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