Regia: Carmen Pellegrinelli
Drammaturgia:
Attori: Attrice - Simona Zanini Gabriele Rubino Clarinetti e Sax Diego Zanoli Fisarmonica Alberto Zanini Chitarra
Altri crediti: Debutto presso Teatro dei Filodrammatici di Treviglio (BG) l'1 ottobre 2016
Parolechiave: Tango, Teatro, Danza, Canto, Musica dal Vivo
Produzione: Compagnia Essere e Tempo
Anno di produzione: 2016
Genere: Prosa Danza Teatro-danza
Lo spettacolo nasce come composizione di canzoni e musiche dalla tradizione del tango, che vanno dalla Sicilia all’ Argentina. La musica, il canto e la danza sono gli elementi portanti del racconto, attraverso i quali prende corpo e ispirazione la parola. La vicenda rievoca gli elementi significanti della cultura del tango: gelosia, passione, tradimento, riconciliazione e soprattutto rimpianto feroce per la vicinanza perduta. Il racconto, insieme alla musica e alle parole, prende voce attraverso l’immagine plastica della protagonista, che conduce con sapienza lo spettatore e la spettatrice in altri luoghi e in un’ altro tempo: dentro le vecchie milonghe di un locale dimenticato di Buenos Aires.
El Cambalache è una storia di tradimento e passione.
E poi.
Un uomo sulla cinquantina. Un sigaro cubano. Una donna bellissima. Una lettera feroce. Un teatrino. Una confessione strappata invece del perdono. Un pugnale.
La perenne gara tra due amanti, che non tollerano lo stare vicini, ma che muoiono sentendosi lontani.
El Chambalache è una canzone del tango argentino del 1934 scritta da Enrique Santos Discépolo ed è una critica alla corruzione del ventesimo secolo, che divenne famosissima in Sud America e fu bandita in Argentina sotto la dittatura di Peròn.
El Chambalache è di fatto un manifesto della cultura del tango argentino, l’ espressione popolare di un dissenso al clima repressivo delle dittature susseguitesi in Argentina. Ma il Chambalache è anche un racconto, il grande affresco di una società in decadenza, ed è in questo senso che ci ha fornito l’ispirazione per la composizione dello spettacolo.
In una milonga fumosa, appare sul fondo della scena un’anziana signora in vestaglia azzurra.
Naila scosta la tenda, apre la scena e ci invita a guardare. Il suo tango si fa corpo in due personaggi sopra le righe che rivivono eternamente la storia dei loro tradimenti nella milonga che erano soliti frequentare.
Il tango di Naila è il ricordo della relazione impossibile tra due scapestrati.
Ma cos’ è destinato a rimanere? Tutto si perderà infine nel Chambalache, nel “Gran casino”? Tutto sparirà nel “secolo del male insolente”, senza memoria, senza distinzioni e senza virtù? Chi si ricorderà che il tango è sopra ogni cosa un atto di coraggio? Dove saranno, dove saranno i malavitosi, che in polverose strade o in sperdute contrade, fondarono la setta del coltello e del coraggio?
Il tango di Naila ci invita a non stare fermi. Ci dice di provare a farci vicini e a non rinunciare all’altro con la consapevolezza leggera di poterlo infine sempre toccare.
Informazione riservata agli Organizzatori
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