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Brevi giorni e lunghe notti. Storie di straccioni di porci e di re.

Compagnia Lumen. Progetti, arti, teatro.

Genere Prosa
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Regia: Elisabetta Carosio

Drammaturgia: Gabriele Genovese

Attori: Gabriele Genovese

Altri crediti:

Parolechiave: monologo, sud, narrazione, popolare

Produzione: Compagnia Lumen. Progetti, arti, teatro.

Anno di produzione: 2016

Genere: Prosa

C'è o c'era sulla cima di un colle un paese nel sud dell'Italia che è come se sorgesse sulla cupola del mondo e lo riassumesse, tutto il mondo, nelle sue due vie e nella piazza centrale. Lì verso la fine degli anni 50' nel tempo in cui si esce dalla guerra e un mondo arcaico, ma anche ricco di fascino si avvia a scomparire si incontrano le storie di Zio Mario che ogni giorno le raccontava un po' diverse a chi oggi le racconta a noi.
Sono tante le storie di zio Mario e sono storie di uomini e animali che potevano convivere e parlare. Sono storie vere e sono storie inventate allo stesso tempo, perché non c'è storia reale che in bocca a un buon narratore non diventi anche romanzo, non diventi anche magia. Sono storie personali, ma parlano di un mondo che potremmo pensare che non c'è più e invece sta sotto alle cose di tutti i giorni anche qui, anche al nord, sempre.
Emerge in tutte una sottile, piccola, violenza del quotidiano, una caparbietà dell'essere umano, uomo e donna che resiste alle disavventure, una poesia e un sorriso capaci di alleviare le tragedie dei tempi andati.
É un mondo in cui l'uomo si trova ad essere anche crudele, di una crudeltà che non riusciamo a condannare, mentre l'animale che più immaginiamo vicino al fango, quello che per conformazione difficilmente può alzare gli occhi al cielo e vedere le stelle, il porco, è invece, nel suo sacrificio, nel suo modo di amare, nella sua purezza, il più vicino alla poesia. Lo sguardo degli altri è la legge suprema delle umane vicende. Tutto si muove perché è guardato e tutti sanno, tutti si sono dati delle regole perché quello sguardo non debba essere di condanna. Ci sono occhi che vedono, che sognano e che non vedono più lasciati in un cassetto.

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