Regia: Tiziano Panici
Drammaturgia:
Attori: Tiziano Panici
Altri crediti:
Parolechiave:
Produzione:
Anno di produzione: 2011
Genere:
“IN CORPORE_banchetto liturgico per Caligola”
è sotto ogni punto di vista un cantiere teatrale. Nasce dalla necessità del regista e
attore Tiziano Panici di tornare ai primi passi dell’esplorazione scenica. In un
precedente studio mai messo in scena, Caligola’s Boudoir (2009), tracciava un
percorso ben preciso su diversi piani di linguaggio, ripreso e approfondito in
questo nuovo progetto: dalla drammaturgia, al lavoro sul corpo dell’attore
accompagnato dall’innesto di nuove forme di comunicazione, che hanno alla base
l’uso delle video proiezioni e la costruzione di ambienti sensibili. Unico attore in un
dramma a più voci, Panici si avvale, in questa fase, dell’aiuto di diversi collaboratori
per dar vita agli altri personaggi/riflessi che abitano i ricordi del folle imperatore:
sono le vittime del suo amore e del suo odio; sono la folla affamata che abita e si
nutre del corpo-Caligola.
Il gruppo si pone come obiettivo la realizzazione di un work in progress, dove
ognuna delle componenti ha il tempo e la libertà di sperimentare nuovi strumenti
ed esprimere la propria curiosità attraverso i mezzi che gli sono più propri.
Un percorso di ricerca che intende trasformare la parola scritta e il corpo
scenico dell’attore. Il progetto ha quindi una sua origine specifica: nasce dal
dramma più toccante di Albert Camus, Caligola, e attraverso un lavoro di
riscrittura, si dirama toccando diverse sfere della comunicazione audio/visiva. Al
centro di tutto questo la proposta di Tiziano Panici è quella di mettere a
disposizione il suo corpo, e lasciare che questo venga toccato, usato e stimolato
dall’ambiente scenico che cresce intorno a lui.
Centrale in IN CORPORE_banchetto liturgico per Caligola è la metamorfosi del
protagonista che attraversa differenti livelli, da quello fisico a quello vocale, che
indaga la genesi devastante del potere, la sua inarrestabile reversibilità e che
trasmuta un corpo martoriato, ormai cadavere di Caligola, in uno strumento di
logica infallibile. Il potere si incarna nel giovane principe/carnefice con la brutale
lucidità dell’indifferenza, manifestata attraverso un vertiginoso lirismo estatico e
con una parola capace di divenire carne viva insieme al morente.
Tutto intorno a Caligola è una superficie che riflette la realtà, la distorce, la
ripropone sotto nuove forme e da lì emergono tutti i suoi fantasmi. Lo specchio
“rappresenta”_ racchiude i desideri più nascosti di Caligola. Cosa può apparire
dentro lo specchio? L’impossibile! Ciò che Caligola insegue disperatamente: Drusilla,
La Luna, Il Mondo.
È per questo che il suo animo non sarà mai sazio. Ad ogni istante lo specchio
ricorda all’imperatore quanto vasto e profondo sia il lago che si nasconde nella
sua anima.
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