Regia: MARCO DI STEFANO
Drammaturgia: FRANZ CASANOVA, MARCO DI STEFANO, ALESSANDRA PASI
Attori: ALESSANDRA PASI
Altri crediti: da 'Gli Stranieri' di ARMIN GREDER, ed. Orecchio Acerbo suono LUCA DE MARINIS, MAURO MACCARINI scena MARCO PREATONI musiche originali FUZZ ORCHESTRA video TOMMASO PASI con le voci di KHALED SOLIMAN ALNASSIRY, JUDITH ANNONI, SILVIA CALDARULO, FRANZ CASANOVA, SIMONA MARCORA, BILAL OMARI
Parolechiave: Palestina, Ricerca sonora, Graphic novel, Voce, Fuzz Orchestra
Produzione: NUDOECRUDO TEATRO
Anno di produzione: 2016
Genere: Figura Performance Altro
«Lascia la rabbia / Lascia il dolore / ... / Lascia le armi e vieni a vivere in pace»
Ultimo atto della trilogia dedicata da nudoecrudo ai graphic novel di Armin Greder, FALASTIN tocca uno dei conflitti più laceranti e rimossi della storia contemporanea: il conflitto mediorientale, l’eterna questione di una terra contesa.
Ancora una volta nudoecrudo torna a misurarsi con temi scomodi, che raramente trovano spazio e attenzione nel panorama teatrale contemporaneo. E ancora una volta lo fa partendo dall'opera di Armin Greder, geniale autore e illustratore edito in Italia da Orecchio Acerbo, casa editrice audace, visionaria e impegnata.
Dopo la trasposizione in teatro de L'Isola e La Città, nudoecrudo completa idealmente la trilogia dedicata all'autore con il suo testo più amaro, più difficile forse.
Anche qui, come nei precedenti lavori, la scelta è quella di privilegiare l'ambito sonoro e vocale, costruendo una precisa partitura: lavoro in sala di registrazione, editing e performance vocale live si confondono e sovrappongono, per restituire una babele sonora che utilizza, oltre all'italiano, anche l'arabo e l'aramaico, sapientemente incorniciati dal lavoro di ingegneria del suono e dalle musiche originali della Fuzz Orchestra.
Dall'altra parte, la scena pone lo spettatore da subito di fronte ad un limite: un muro che nasconde e lascia intravedere. Un muro scomodo, ma che tiene anche a debita distanza la rabbia e il dolore che questa storia porta con sé.
Un muro destinato a cadere, forse.
Una cantata dura e dolce al tempo stesso.
Una storia locale e storicamente determinata che si fa racconto universale dei rifugiati, dei profughi, delle tante vittime capaci di attraversare l’attesa, l’esilio, la guerra, la perdita della terra e degli affetti, solo grazie all’amore, nel tentativo ostinato e disperato di fendere un muro di violenze, prevaricazioni e ostilità che sembra destinato a non crollare mai.
FALASTIN è un grido che si leva da una precisa partitura di canti, suoni, parole e musiche originali.
Lingue che si incrociano, incontrano e scontrano: arabo, ebraico e, ovviamente, italiano.
Perché questa storia - apparentemente lontana - riguarda ognuno di noi.
FALASTIN, come ciò di cui parla, ha una lunga storia.
Sostenuto da NEXT-2013, un primo studio dal titolo 'Gli stranieri' è stato presentato nell'aprile 2014 al Teatro Verdi di Milano e in novembre a Idra Residenza a Brescia (in dittico con L'Isola, di cui abbiamo caricato su Sonar la recensione apparsa sul Giornale di Brescia).
Dopo quella prima fase, più nulla.
Siamo rimasti sospesi.
Il lavoro è rimasto incompiuto.
Il processo creativo si è rimesso in moto nella primavera 2016, smontando, rovesciando e scarnificando quanto già prodotto: siamo così giunti a FALASTIN, che debutterà nel 2017.
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