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Come le lucciole

ErosAntEros

Genere Prosa Performance
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Regia: Davide Sacco

Drammaturgia: Agata Tomsic

Attori: Greta Mini, Massimiliano Rassu, Davide Sacco, Agata Tomsic

Altri crediti: ideazione e spazio Davide Sacco e Agata Tomsic regia, music e light design Davide Sacco drammaturgia e testi Agata Tomsic con Greta Mini, Massimiliano Rassu, Davide Sacco, Agata Tomsic costumi Laura Dondoli e Agata Tomsic produzione ErosAntEros con il contributo di Comune di Ravenna – Capitale Italiana della Cultura 2015 con il sostegno di Residenza IDRA - Brescia; Trasparenze - Modena; Teatro Akropolis - Genova; E, Teatro Onnivoro, Ravenna Teatro - Ravenna prima assoluta Laboratori delle Arti, Bologna, 4 marzo 2016, La Soffitta – Università di Bologna durata 45 minuti Lo spettacolo si nutre del pensiero e delle parole di Antonin Artaud, Julian Beck, Leo de Berardinis, Albert Camus, Georges Didi-Huberman, Tonino Guerra, David Lynch, Pier Paolo Pasolini, Luigi Pirandello, Andrej Tarkovskij.

Parolechiave: Artista e società, Lucciole, Resistenza, Politica, Arte e cultura

Produzione: ErosAntEros

Anno di produzione: 2016

Genere: Prosa Performance

Tagli continui all’istruzione e alla cultura non possono essere accettati come parte di una politica anti-crisi, eppure ciò avviene quotidianamente. È opinione comune che l’arte non sia che un passatempo, un orpello inutile, che nel migliore dei casi viene etichettato come intellettualistico o elitario. Purtroppo si dimentica spesso il ruolo capitale che essa ha nell’emancipazione delle coscienze e nello sviluppo di un pensiero alternativo. Si dimentica che l’immaginazione è una facoltà essenziale dell’essere umano, da non confondere con il significato di fantasticheria solitamente mediato dal senso comune, ma da intendere come atto politico, indispensabile per rigenerare la società, per ogni sua evoluzione e rivoluzione.

“Sta a noi non vedere scomparire le lucciole. Ma per fare ciò dobbiamo acquisire la libertà di movimento, il ritirarsi che non sia ripiegamento su noi stessi, la facoltà di fare apparire scintille di umanità, il desiderio indistruttibile. Noi stessi – in disparte rispetto al regno e alla gloria, nella lacuna aperta tra il passato e il futuro – dobbiamo dunque trasformarci in lucciole e riformare, così, una comunità del desiderio, una comunità di bagliori, di danze malgrado tutto, di pensieri da trasmettere. Dire sì nella notte attraversata da bagliori, e non accontentarsi di descrivere il no della luce che ci rende ciechi.”
(Georges Didi-Huberman)

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