Regia: Fabrizio Saccomanno
Drammaturgia: Francesco Niccolini e Fabrizio Saccomanno
Attori: Fabrizio Saccomanno
Altri crediti: collaborazione artistica Fabrizio Pugliese consulenza scientifica Maria Luisa Righi, Fondazione Gramsci con la collaborazione di Carcere di Turi (Bari) Festival Collinarea (Lari) L'arboreto - Teatro Dimora di Mondaino I cantieri dell'Immaginario - L'Aquila Thalassia - Residenza Memoria migrante di Mesagne grazie a Biblioteca di Tuglie Paola Leone e i detenuti attori della Casa Circondariale “Borgo San Nicola” di Lecce Simone Valentina e Arturo di “Cucina Meridiana” Tonio De Nitto - compagnia Factory Mauro e Piero del “Fondo Verri” Manifatture Knos Andrea, Ada, Gilberto, Adele e tutti gli amici di Presicce e un grazie speciale a Giannino e a Francesca Vetrano
Parolechiave: Gramsci, lettere, carcere, favola, dolore
Produzione: URA teatro
Anno di produzione: 2016
Genere: Prosa
Gramsci Antonio detto Nino racconta frammenti della vita di uno degli uomini più preziosi del
Novecento.
Vita assolutamente privata: sullo sfondo, e solo sullo sfondo, il tormentoso rapporto con il PCI e
l'internazionale socialista, le incomprensioni con Togliatti e Stalin. E l'ombra di Benito Mussolini.
In primo piano invece la feroce sofferenza di un uomo che il fascismo vuole spezzare scientificamente, che vive una disperata solitudine, e in dieci anni di prigionia, giorno dopo giorno, si spegne nel dolore e nell'assenza delle persone che ama: la moglie Julka, i figli Delio e Giuliano. Il primo lo ha visto piccolissimo, il secondo non lo ha nemmeno mai conosciuto.
Proprio le bellissime lettere ai suoi figli sono state il punto di partenza: tenerissime epistole a Delio e Giuliano, ai quali Gramsci scrive senza mai nominare il carcere e la sua condizioni fisica e psichica,
dando il meglio di sé come uomo genitore e pedagogo. Ma accanto a queste, le lettere di un figlio
devoto a una madre anziana che lo aspetta in Sardegna e non capisce. Le lettere di un fratello. Di un marito.
Il corpus delle lettere di Antonio Gramsci ai familiari è un capolavoro di umanità, etica, onestà
spirituale e sofferenza, un romanzo nel romanzo, che apre a pensieri, dubbi, misteri che raccontare in teatro è avventura sorprendente.
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