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URAGANO

Caterina Paolinelli

Genere Prosa Performance
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Regia: Regia Collettiva: E.Guerrini, M.Cecchini, A.Cosentino, M. Fe

Drammaturgia: Caterina Paolinelli

Attori: Caterina Paolinelli

Altri crediti:

Parolechiave: Teatro, Onestà, Amore, Donna, Sesso

Produzione: ARMUNIA

Anno di produzione: 2015

Genere: Prosa Performance

URAGANO è il mio primo spettacolo da attrice solista. La ricerca è nata quando il gruppo col quale lavoravo su “L'Uragano” di A. Ostrovskij si è sciolto e sono rimasta sola con un debutto imminente. Presa dal non saper che fare, ma dalla certezza che qualcosa avrei fatto di tutto quel disagio, ho messo in scena il disagio stesso e la difficoltà di essere da sola con un testo di dodici personaggi (senza contare quelli minori) per le mani e un'eroina che rappresenta un archetipo del teatro: la donna sedotta che si uccide per amore. Quello che è nato è un monologo di cinquanta minuti molto ironico, a tratti parossistico e dal forte contenuto personale ed emotivo. Il pubblico si affeziona subito al doppio personaggio di Caterina attrice, impacciata e vulnerabile, e Katerina personaggio e accetta di buon grado il gioco meta-teatrale che metto in atto. E' uno spettacolo in divenire, flessibile e aperto, che si modificherà nel tempo e con l'incontro con i vari pubblici. Si prende in giro il metodo Strasberg, si ironizza sui movimenti femministi e sulla snobberia e pedanteria di certi ambienti teatrali. Tutto questo seguendo sempre, come unico filo rosso, l'iperbole di Katerina Kabanova che compie il suo atto tragico e sacrifica la sua vita in nome del suo ideale d'amore. L'attrice Caterina invece sopravvive e racconta la sua catarsi, in un ultimo passaggio dove ogni maschera cade e si rivela l'essere umano: la donna fragile che risplende della sua totale onestà. Una poetica la mia che risuona senza dubbio nelle donne, ma che sono certa troverà rispondenza anche all'interno del sentire maschile. Le tematiche di cui parlo ci riportano tutte a noi stessi, ad esperienze che bene o male ci accomunano come le pene d'amore, il senso di inadeguatezza, la solitudine. La condizione umana insomma: la cosa che condividiamo tutti.

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