Regia: Michele Segreto
Drammaturgia: Marzia Gallo e Michele Segreto
Attori: Marzia Gallo
Altri crediti: Liberamente tratto da Se è una bambina di Beatrice Masini
Parolechiave: Polvere, Bambina, Masini, Lutto, Gioia
Produzione: servomutoTeatro/Residenza IDra
Anno di produzione: 2016
Genere: Prosa
«Il 75%, se non oltre, della polvere che si produce nelle nostre case è composta dalle cellule morte della pelle umana.
Questo significa che se una persona abita un luogo per un tempo sufficientemente lungo, lascerà traccia in polvere del suo passaggio, anche quando se ne sarà andata.»
Ricordi, voci, odori. Tatto, udito, olfatto.
Cosa rimane di tangibile di una persona quando se n’è andata?
Polvere.
Soprattutto, polvere. Costituita in gran parte di cellule morte della pelle umana, la polvere comune è ciò che rimane in casa a ricordo di una persona che abbia vissuto in quel luogo.
Un evento drammatico separa una madre e una bambina. Un evento impossibile da nominare, impossibile da capire, e quindi mascherato, nel ricordo di una bambina che non sa (ancora) accettare la realtà. Bombardamento, guerra. Un dolore talmente universale e intimo che poco importa sapere di quale guerra si tratti; poco importa datarne il periodo, precisarne il luogo, stabilirne i confini.
C’è un dialogo che non è un dialogo, uno scambio di battute tra due voci che non si sentono, tra un corpo -presente, in scena- e una voce distante, familiare, nota ma irraggiungibile. Tra il fiume in piena, privo di pause, che sono le parole della bambina e le parole precise, scelte con cura della madre.
Una relazione che non è una relazione, priva di scambio, in binari paralleli mai destinati ad incrociarsi.
Però vale la pena tentare.
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