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DI A DA

CampoverdeOttolini
Regia: Elisa Campoverde
Drammaturgia: Elisa Campoverde
Attori: Marco Ottolini
Anno: 2016


Generi: Prosa

Tags: potere, monologo, poesia, responsabilità, Dio

Me è l’unica voce in scena.
Me, dio del suo mondo, è una forza che concorre a garantire l’ordine dell’universo.
D’un tratto riceve in dono la luce.
Con questa Me disegna lo spazio attorno, diventa un creatore di mondi ,di storie, di relazioni, a metà tra precetto e gioco.
Il palco buio e quasi vuoto si popola progressivamente di voci, di suoni, di immagini, di esseri e oggetti su cui Me fa ricadere il suo controllo.
Semplici pezzi di legno diventano città; bambole di pezza sono esseri umani che, come i pesci di un acquario, aspettano che la luce li illumini per venire a galla.
Me non è responsabile, o questo è quello che crede.
Me ha il potere nelle proprie mani, o questo è quello che crede.
Me è IL solo, o questo è quello che crede.
Me crede che il suo stato di potere sia ineluttabile e libero. Ma questa è la sua unica, vera illusione.
Riconoscerla sarà l’inizio della distruzione, della cacofonia, del suo buio.
Come tutti, Me è vittima della sua venuta a galla.

Cos’è il potere?
Chi lo esercita ne è anche soggetto?
In questa linea di comando, dove si colloca il concetto di responsabilità?
Per eviscerare questo tema abbiamo focalizzato la nostra attenzione
sulla rappresentazione apicale del potere e sulla sua prima manifestazione;
il divino e la sua creazione.
DI A DA è un percorso tra creazione e potere.
Una favola allegorica, sospesa tra corde e fili che sottendono una relazione.
Il protagonista di questo monologo è Me.
Come i Me della mitologia sumera, egli contiene in sé le regole e i precetti della creazione, come un dio decide cos’è vita e cosa morte, costruisce mondi e alleva relazioni.
Solo una legge gli è impartita: la luce è quel posto dove sei.
Con questa frase la madre sancisce un patto di esistenza e sottomissione; il cui testimone è la luce stessa.
Un regalo che Me non crea, che non possiede ma che conserva e che lo definisce creatore.
Al gioco della creazione sottende, invisibile, una linea di comando che costringe Me ad un ordine costituito.
Me, solo, inconsapevole ed incosciente, come un bambino sperimenta e inventa fino a dover affrontare il desiderio di voler essere l’unico. Qui inizia la sua rivoluzione.

Altri crediti: suono Stefano De Ponti
luci Alice Colla
scene Francesca Lombardi e Paola Tintinelli
aiuto alla drammaturgia Carolina De La Calle Casanova

in collaborazione con Associazione K., progetto Ritorno al Futuro di Associazione Etre,
progetto MentorIT di ITfestival, CineTeatro Agora’ (MI), e Manifattura K. (MI)

Produzione: compagnia CampoverdeOttolini

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La compagnia CampoverdeOttolini nasce a Milano dall’ incontro tra Marco Ottolini ed Elisa Campoverde; co-autori, attori e registi dei loro spettacoli.
La loro co-autorialità porta alla luce produzioni d’impianto e composizione di volta in volta differenti, vedendo come minimo comune denominatore il processo creativo.
La compagnia produce dal 2013 spettacoli di nuova drammaturgia creati attraverso percorsi che integrano scrittura scenica e nuovi linguaggi, con una forte attenzione alla valorizzazione del rapporto fra scena e platea.
I temi ispiranti della loro produzione artistica nascono da una riflessione sul concetto di responsabilità, individuale e collettiva.
Spesso trattati con forme legate al gioco, sia come meccanismo di interazione con il pubblico, sia come strumento narrativo.

Nel 2013 la compagnia debutta con DAMMI LA TUA FINE uno studio su precarietà, vino e poesia ispirato alle opere di Charles Bukowski, terreno di prova con il quale inizia il suo personale studio sulla relazione con lo spettatore.
Nel 2014 inizia lo studio per la produzione di DI A DA, selezione Premio Lidia Petroni ’15, del Concorso di Drammaturgia Contemporanea Tagad’Off 15 e del progetto Ritorno al Futuro che debutta a Teatro i – Milano nell’ottobre del 2016.
Dal 2014 la compagnia segue la direzione artistica del CineTeatroAgorà di Robecco sul Naviglio (MI).
Nel 2015 produce, partendo dalla travagliata storia della Resistenza, La Resistenza di Ida ed Ermando, format crossmediale site specific di riviviscenza storica sulla resistenza del secondo dopoguerra.
Nel 2016 nasce il progetto INDAGINE SU UN BURATTINO AL DI SOPRA DI OGNI GEPPETTO - del perché continuiamo a credere alle favole -, in cui la compagnia indaga, anche con l’aiuto di incontri e laboratori rivolti al pubblico, il rapporto tra reale e irreale.
Nel 2019 produce Piero. spettacolo sulla storia della vittima di mafia Pietro Sanua che dà alla compagnia l’occasione per svolgere un intenso studio sulla presenza criminale al nord.
Sempre del 2019 è il primo allestimento di Storie al Kilo, gioco urbano teatralizzato.
Le produzioni della compagnia si alternano tra spettacoli di drammaturgia contemporanea e progetti site specific che hanno portato alla fondazione di OPPURE, progetto collaterale della compagnia.
Il team di OPPURE, composto da artisti e game designer, crea su misura storie inaspettate che aiutano gli enti sociali, che si rivolgono a comunità disgregate e poco informate, a realizzare esperienze culturali ibride, per rafforzare il loro impatto sulla comunità stessa.
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