Regia: Chiara Carlorosi, Marco Vergati
Drammaturgia: Chiara Carlorosi, Marco Vergati
Attori: Chiara Carlorosi, Marco Vergati
Altri crediti: Scenografia, oggetti di scena, disegno luci: Marco Vergati Ombre, costumi: Chiara Carlorosi
Parolechiave: Figura, Ombre, Lanterna magica, Bambini, Ragazzi
Produzione: Teatro di Carta/ Ombre Bianche Teatro
Anno di produzione: 2014
Genere: Teatroragazzi Figura
Uno spettacolo adatto al pubblico di ogni età che combina immagini suggestive ed eleganti con momenti di sottile e raffinata comicità.
Usciti come d’incanto dal grande Libro delle Ombre, personaggi grotteschi e stravaganti si muovono in una misteriosa atmosfera, accompagnati dalla magia delle ombre e da musiche ammalianti. In una dimensione onirica e surreale, il protagonista della storia intraprende un viaggio favoloso che lo porta ad imbattersi nel terribile Balthazaar ma anche a trovare l’amicizia di Lumen, che lo aiuta a recuperare sogni e aspirazioni perdute.
Il giovane protagonista della storia, con la passione della scrittura e con il sogno di diventare uno scrittore affermato, si imbatte in una borsa magica, capace di produrre soldi in continuazione, in cambio della quale è pronto addirittura a cedere la propria ombra. Da questo momento il ragazzo accantona tutte le aspirazioni coltivate fino ad allora, rapito dall’estasi fugace di una ricchezza immediata. Ma non passa molto tempo prima che possa comprendere il grave errore commesso e rimpiangere la propria ombra.
L’ombra, per definizione attaccata alla persona, può rappresentare ciò che ognuno di noi ha di unico e irripetibile, vale a dire la propria individualità, la propria essenza, la personalità. La cessione dell’ombra del protagonista della storia è legata all’abbandono della sua passione, la scrittura, e della sua aspirazione, quella di diventare uno scrittore. Nel riferimento all’attualità il richiamo è alla corruzione degli ideali e alla difficoltà crescente di far apprezzare alle giovani generazioni il valore dello studio e della formazione personale, nella prospettiva di non lasciar mai i propri sogni chiusi nel cassetto della rassegnazione o dell’indifferenza.
La rappresentazione procede sospesa tra la fisicità del teatro d’attore e la magia del teatro d’ombre, inteso come sostanza drammaturgica, tanto quanto l’attore in scena. Entrambe le componenti fanno procedere la storia incontrandosi e fondendosi, sempre in funzione dello sviluppo della trama.
A conclusione di questo spettacolo fa la sua comparsa in scena una lanterna magica ottocentesca utilizzata per la proiezioni di silhouettes, capace di arricchire il lavoro sulle animazioni con un’altra affascinante tecnica proveniente dall’archeologia del cinema.
Informazione riservata agli Organizzatori
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