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Carnera e la Tempesta

Magnifici Pezzenti

Genere Prosa
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Regia: Alberto Barbi

Drammaturgia: Alberto Barbi e Paolo Cecchetto

Attori: Alberto Barbi

Altri crediti: collaborazione drammaturgica: Lara Quaglia

Parolechiave: teatro di narrazione, prosa, storico

Produzione: Torino Spettacoli

Anno di produzione: 2012

Genere: Prosa

Primo Carnera è una figura che ha generato, negli anni, una mitologia molto particolare: ricordato da tutti come un pugile potente più che abile, rimane vivo nella memoria collettiva come pochi altri atleti di quegli anni.
Sono nate leggende sulla sua infanzia, quasi fosse un novello Eracle, viene ricordato come un pugile dal pugno che uccide, come un uomo dalla forza straordinaria, quasi quanto le sue misure. Su di lui sono stati scritti libri e fumetti, sono stati fatti sceneggiati televisivi, sono stati aperti musei.


Ma qual’è la verità? Carnera, chi era costui? Campione del mondo di pugilato, fenomeno da baraccone, eroe del proletariato, icona fascista, bruto ignorante, amante di Dante e della lirica, mendicante, malato, uccisore di uomini, bufala giornalistica. Tante definizioni hanno accompagnato Primo Carnera nel corso della sua vita, eppure nessuna di queste è sufficiente per descrivere un uomo che ha fatto della forza di volontà di chi lotta contro le avversità la sua vera caratteristica principale. La vita stessa ha preso a pugni Primo carnera e solo un uomo come lui avrebbe potuto restare a testa alta di fronte a tutto quello che gli è successo.

Carnera e la tempesta è un viaggio che, partendo dall’incontro col quale perde il titolo di campione del mondo dei pesi massimi e seguendone le sue 11 estenuanti riprese, racconta la vita di un uomo unico e di come abbia saputo resistere, anche nella tempesta.
Undici riprese per raccontare gli anni della giovinezza e la guerra, l’espatrio, le sue esperienze in viaggio con il circo, i primi contatti con la boxe. E poi ancora i debiti, le truffe dei suoi manager, il matrimonio mancato, l’abbandono da parte del fascismo, la povertà, la malattia.
Undici riprese per raccontare come, a volte, l’uomo sia più grande del campione.

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