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ALICE DRAGSTORE

Occhisulmondo

Genere Prosa
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Regia: Massimiliano Burini

Drammaturgia: Daniele Aureli e Massimiliano Burini

Attori: Matteo Svolacchia Daniele Aureli Amedeo Carlo Capitanelli Stefano Cristofani Riccardo Toccacielo

Altri crediti: in co-produzione con Armunia Kilowatt Festival Teatro Studio Argot Centrodanza e con il sostegno del Teatro Stabile dell'Umbria Realizzazione Scene: Francesco “SKY” Marchetti Disegno luci: Gianni Staropoli Consulenza Drag : Samuel “Lilly Boat” Salamone (Miss Drag Queen Italia 2014)

Parolechiave: dragqueen, alice, camerino, specchio, queen

Produzione: Occhisulmondo

Anno di produzione: 2015

Genere: Prosa

“Io sono qualcosa che spesso nascondo. Sono diventata qualcos altro che ritrovo con splendida gioia. Sono una DIVINA su un tacco 12”

Sembrare. Mostrarsi. Apparire. Trasformarsi. L’uomo è mutevole, cambia, diviene altro. L’uomo si trasforma. Cambia faccia, identità, voce e corpo. L’uomo diviene altro da sé. La nostra indagine inizia qui. La Drag Queen, la più contemporanea delle maschere, splendide regine della notte e della perfezione, stravaganti, eccentriche, eclettiche ambasciatrici della possibilità.

Questa storia, così logora di sovrumana immensità, attraversa lo specchio del tempo: 5 personaggi che si lanciano all'inseguimento del proprio essere attraverso luci ed ombre contornate da ossessioni erotiche. Soli, immersi nel loro spazio interiore riflettono l'anima di chi li guarda. Circondati da orizzonti silenziosi, sfrangiati dalla solitudine del mondo innescano declamando la loro purezza dualistica attraverso velleità, che con passione emerge in un favoloso stile trimpellare: qui e ora si emana la suprema diversità dell'iride che si fa anima attraverso corpi urlanti. Siamo tutti qualcosa ma non ci siamo mai visti allo specchio.

NOTE DI REGIA
"Questo lavoro parte da un incontro con il mondo delle Drag Queen. Un incontro di qualche anno fa che ha suscitato la mia curiosità. Sono stato portato dietro le quinte, dietro lo specchio, dove la Drag ancora non è che un'idea, un'immagine mitica. Sono stato osservatore di momenti intimi, di situazioni surreali. La visione dell'altro, attraverso il racconto di una maschera. Abbiamo percorso la vita di alcune di loro, uomini la mattina, e Divine la sera, li abbiamo seguiti, intervistati, abbiamo ascoltato le loro storie, i loro racconti e quello che ci ha colpito è stato l'universo che sta nel mezzo. Una maschera che cela l'uomo contemporaneo, visto nella sua fragilità, tra le sue paure, in lotta con se stesso e con la solitudine. Un enorme viaggio poetico dentro l'animo umano,nascosto in un camerino, dove tutto, anche il tempo, rimane sospeso.”
Massimiliano Burini

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