Regia: Angelica Pula
Drammaturgia: Nicolò Pettinelli
Attori: Angelica Pula e Giacomo Tortoioli
Altri crediti:
Parolechiave: il muro , spettacolo teatrale, sogno,,incapacità,malattia
Produzione: Teatro La Vetreria
Anno di produzione: 2014
Genere: Prosa
La realtà muta, cambia, assume toni e colori diversi, mascherando se stessa. Un muro a dividere, avvicinare e unire i due protagonisti; un muro che disegna il loro spazio e costringe i loro sguardi in uno solo.Il muro è il processo di catarsi di due personaggi in scena a confronto con le proprie fragilità, la scoperta del proprio io nell'esistenza per l'uno, e la consapevolezza delle innumerevoli verità che assalgono l'uomo durante la propria vita,per l'altro. Dapprima l'autore ha l'intento di far vivere al pubblico le situazioni quotidiane, i rapporti interpersonali e le preoccupazioni lavorative di una normale e piatta vita in ufficio, mettendoci di fronte ad un impiegato disordinato e buffonesco (Gianni), alle prese con una segretaria forse troppo ligia al dovere (Francesca) e per questo, motivo di ironia e cinismo da parte dell'uomo. Ma questa verità verrà scardinata dai monologhi di Gianni che manifestano in maniera sempre più consolidata un dolore latente e giustificano l'eccessiva premura e la compassione di Francesca. Gianni trascorre gran parte delle giornate a fissare un muro senza dare spiegazioni. Ci troviamo di fronte ad un disagio psicologico: Malaptive daydreaming, un disturbo scoperto di recente e studiato negli Stati Uniti ma non riconosciuto in Italia. E' la dipendenza dal sognare a occhi aperti e fantasticare in maniera eccessiva tanto da compromettere la vita e affligge Gianni da molti anni portandolo ad immaginare, dentro la stanza di un ospedale psichiatrico, un mondo diverso dalla realtà che vive. Il muro è la via di fuga dalla gabbia che l'uomo si costituisce: una maschera fatta di convenzioni e ostentato perbenismo. Francesca è in verità un'infermiera introversa e fragile, incaricata alla somministrazione dei farmaci e ogni mattina di consueto entra nella stanza di Gianni per le svolgere le proprie mansioni, trovando l'uomo sempre nello stesso stato di estasi verso un elemento puramente strutturale. In bilico tra paura e curiosità Francesca costruisce un rapporto intenso con l'uomo che seppur malato, è l'unico in grado di tirarla a sé permettendole di scoprire le proprie debolezze ma anche i propri punti di forza. Al crescere di questa relazione che lascerebbe presagire una guarigione per entrambi Francesca viene trasferita in un altro reparto al piano di sopra dell'edificio e dichiara l'impossibilità di continuare la piacevole routine, che ha creato motivo di scarsa professionalità e probabili maldicenze.
Per Gianni il sogno è terminato e l'unica soluzione è togliersi la vita.
Il muro è in ognuno di noi e tra realtà e finzione il confine è molto labile.
Amore e odio, passione e dolore, curiosità e scetticismo, vero e falso, paura e forza vivono i due protagonisti di uno spettacolo che accomuna gran parte di noi, esseri viventi costretti a tenere le redini di una non vita.
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