← Indietro
immagine-grande

Amalia - Una storia di balie, madre e giustizia

I LUNATICI

Genere Prosa
Cachet:Informazione riservata agli Organizzatori
Modifica Tag

Regia: Cristiano Falcomer

Drammaturgia: Mirella Mastronardi

Attori: Mirella Mastronardi

Altri crediti: Scene: Yasmin Pochat Costumi: Roberta Vacchetta

Parolechiave: Madre, Balia, Narrazione, Giustizia, Monologo

Produzione: I LUNATICI

Anno di produzione: 2014

Genere: Prosa

Amalia Bagnacavalli in Migliorini è una delle tante figlie della montagna italiana, nata nella seconda metà del 1800, e per lungo tempo, più di un secolo, dimenticata.
La sua storia inizia nel 1890 a Oreglia, una piccola frazione sull’Appennino Tosco Emiliano, in provincia di Bologna. A Oreglia, Amalia vive con il marito Luigi Migliorini, la loro piccola figlia Adele e i suoceri; una delle tante famiglie dignitose e umili della campagna di quei tempi. Entrambi analfabeti, Amalia e Luigi si barcamenano tra la tranquillità della vita famigliare e l’inverno di quell’anno, in un’Italia governata dai Liberali di Francesco Crispi, fatta di tante “Italie” coesistenti e inconciliabili: nobili e borghesi da una parte, poveri e analfabeti dall’altra.

Era abitudine, per le donne dell’Appennino, della campagna e delle zone montane italiane, prendere a balia dalle città un bambino abbandonato. Un “bastardino”, così si chiamavano i bambini capitati, in parte per sventura e tanto per volontà storica e politica, nelle stanze gelide degli orfanotrofi sparsi al tempo in Europa. Bambini destinati a morte certa, senza il seno accogliente di una delle tante contadine che facevano della loro maternità un mestiere.
Così, Amalia prese a balia da Bologna una bambina: Paola Olivelli, un piccolo corpo sofferente. Cieca, fragilissima, una “neonata” che a dispetto dell’apparenza, di mesi ne aveva quasi tre. C'era qualcosa che le diceva di non prenderla con sé. Chiese al medico dell’Ospizio degli Esposti di darle un altro bambino, uno sano. Ma il medico disse di no. Era una bambina malata di sifilide, Paola, ed era contagiosa: Amalia si ammalò, contagiò a sua volta Luigi e la piccola Adele.

Amalia intentò causa contro gli Ospedali Riuniti di Bologna; divenne famosa in tutta Italia per la battaglia che il suo avvocato affrontò per dare voce a un’umile contagiata per negligenza da un ente potentissimo; vinse e fu frodata dalla persona a cui si era affidata; trascinò infine nel silenzio questa storia. Una vicenda incredibile e densa, che sarebbe stata determinante per la stesura dell’articolo 32 della Costituzione italiana, quasi un cinquantennio dopo.
Attraverso la storia di Amalia, troviamo tuttavia anche il racconto di un’epoca, di un’Italia che seppur lontana è purtroppo attuale: ne emerge una riflessione sui rischi, le conseguenze e le ribellioni a cui erano – e sono – esposti donne e minori, e si rendono vividi e attualissimi gli effetti sulla salute fisica, psicologica e sociale che la violenza della negligenza produce sulla vita di donne e bambini. Amalia è il simbolo del riscatto al sopruso, la voce degli oppressi del mondo campagnolo e montanaro.

Accanto alla storia di Amalia scorre la vita silenziosa di Gustavina, la mamma della piccola esposta. Suicida perché costretta a rinunciaealla possibilità di vivere la sua maternità, in un'epoca in cui mettere al mondo un figlio da nubile era un oltraggio intollerabile, perseguito dalla morale corrente. E dalla legge.

Informazione riservata agli Organizzatori

    Non è stata caricata nessuna recensione

Informazione riservata agli Organizzatori

Acquista opera