Regia: Bernardino Bonzani e Monica Morini
Drammaturgia: Bernardino Bonzani e Monica Morini
Attori: con i richiedenti asilo e rifugiati ospitati a Reggio Emilia Ogochukwu Aninye, Mamoudou Camara, Djibril Cheickna Dembélé, Ousmane Coulibaly, Ezekiel Ebhodaghe, Mouaz Keita Mandjou, Baye Niase, Lamin Singhateh
Altri crediti:
Parolechiave: Migranti, Africa, Intercultura, Integrazione, Giovani
Produzione: Teatro dell'Orsa con il sostegno del Progetto Sprar del Comune di Reggio Emilia e Dimora d'Abramo
Anno di produzione: 2015
Genere: Prosa
Scheda
Una finestra aperta su storie invisibili, un orecchio rovesciato su un canto che attraversa i mari e i deserti, uno spazio e un tempo per lasciare un segno. Da Senegal, Costa d’Avorio, Guinea, Mali, Nigeria, Gambia, sul palco si srotolano le orme di Odissei in viaggio. Storie incise nella polvere e nella carne, scintille di memoria, passi protesi in avanti e occhi che guardano indietro. “Non dimenticare di portare scarpe buone per il viaggio. Non dimenticare i bambini. Non dimenticare il mio nome.”
Il centro drammaturgico non vuole trattare le ferite ma lasciare spazio allo srotolare delle storie partendo dalle memorie che ci rendono uguali come uomini: i giorni felici, l’infanzia che ha tempi intatti, la relazione con padri e madri, con i saperi di cui siamo portatori. Poi questo patrimonio incandescente fa i conti con realtà che negano la sopravvivenza, allora la vita porta allo strappo, alla fuga.
Il progetto teatrale si inserisce nei programmi di intervento per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati. Il teatro assume una dimensione sociale, di cura della persona, oltre che di trasmissione della cultura.
Giovani migranti dell’Africa sub sahariana si mettono alla prova sul palco di un teatro, sono portatori di saperi, storie e cultura di un mondo che inesorabilmente si avvicina verso l’Europa. Ci rivelano sguardi e prospettive che non possiamo conoscere se non incontrandoli, mettendoci in ascolto. Energia, slancio vitale, speranze di futuro che meritano di essere ri-conosciute, senza smorzarsi sopite nelle attese di un respingimento, di un diniego. Arrivati con niente portano tutto sé stessi, ci arricchiscono di nuove parole, suoni, idee, cuore, braccia e gambe. Ci aiutano a ricordare la dignità di ogni persona.
Informazione riservata agli Organizzatori
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