 
        Regia: Cristiano Falcomer
Drammaturgia: Giulia Vola
Attori: Mirella Mastronardi Valentina Pollani
Altri crediti: scene Ivano Coviello costumi Roberta Vacchetta luci Francesco Dell’Elba suono Mauro Falcomer cura del movimento Anna Redi boxer trainer Benoit Manno assistente costumi Augusta Tibaldeschi foto di scena Gianni Ferrero Merlino assistente luci Cristian Perria realizzazione scene Renato Ostorero macchinista Gennaro Cerlino progetto grafico Diego Sarti distribuzione CODICI SPERIMENTALI spettacolo realizzato con il contributo della Città di Torino e della Provincia di Torino con il sostegno di Sistema Teatro Torino e Provincia in collaborazione con Fondazione del Teatro Stabile di Torino e con Fondazione Live Piemonte dal Vivo
Parolechiave: Contemporaneo, Torino, Visuale, Ikea, Donne
Produzione: I LUNATICI
Anno di produzione: 2012
Genere: Prosa
            “...Lo spettacolo è una prova provata della vitalità del teatro, della sua contemporaneità.”
La Stampa - Alessandra Comazzi
SOGGETTO
L’Ikea vende più della Bibbia è uno spettacolo teatrale visionario, lirico, ironico. In un ring due
donne lottano per lo spazio, l’aria, la sopravvivenza. Apparentemente è uno scontro di civiltà. Nel
combattimento le due donne si confrontano in un’atmosfera di confidenze e intimità arrivando a
minare i nostri pregiudizi.
La messa in scena, rapida e spiazzante, segue il percorso frammentario delle interviste di Giulia
Vola. Quattro livelli - l’universo interiore, il rapporto con l’altro, la società, la verità - ruotano attorno
ad un nocciolo centrale: la catastrofe, un cataclisma interiore che unisce e disgrega le differenze.
Lo spettacolo è un turbinio di immagini dai colori forti, brillanti e decisi. Suoni e musiche descrivono
ambienti surreali. Scene e costumi scandiscono la lenta svestizione, la metamorfosi, delle
protagoniste.
L’ALLESTIMENTO 
Lo spettacolo si muove su più livelli sottolineati da differenti atmosfere. La casa è luminosa, calda, nessuna scenografia, solo luce e il suono di un telefono che squilla insistentemente. Le due pugili lottano su un ring delimitato da un quadrato di luce rosso fuoco, la musica incalza e sottolinea la costrizione nello spazio. Due donne appese in due grandi reti, come merci spostate dalla nave al porto. Rumori di corde tese non nascondono il grande sforzo di contenimento e segnalano il rischio di un’imminente rottura. Sei quinte ruotano e diventano enormi specchi per riconoscersi, ritrovarsi, per osservare cosa si è diventati. Una cascata polverosa di ossa accentuata da un rumore di strike del bowling introduce la fine dello spettacolo. 
COSTUMI LUCI MUSICHE 
I costumi contribuiscono a scandire accuratamente i precisi quadri dello spettacolo. Non ci sono cambi fuori scena, le attrici indossano tutti gli abiti, otto strati di costumi. Ogni cambio di quadro chiede un cambio d’abito. E’ un lenta svestizione, una muta continua a evocare le fasi di trasformazione. Il progetto luci valorizza forme e espressioni. I colori sono forti, brillanti, decisi. I suoni e le musiche tracciano rapidamente, con veloci pennellate, gli ambienti dello spettacolo. Una colonna sonora scenografica: effetti sonori descrittivi e simbolici come la corda dell’impiccato, lo strike, il carillon, il respiro della bombola da sub. Le musiche variano dalla Drum and bass o la Tecno industriale a Chopin. Risolutiva è la canzone finale “La ballata delle ossa” dei Tre allegri ragazzi morti.          
Informazione riservata agli Organizzatori
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