Regia: Annagaia Marchioro
Drammaturgia: Annagaia Marchioro
Attori: Annagaia Marchioro Anna Resmini
Altri crediti: Disegno Luci - Roberta Faiolo Illustrazioni - Anna Resmini
Parolechiave: biografia, fame, illustrazione, monologo, sperimentale
Produzione: Le Brugole
Anno di produzione: 2014
Genere: Prosa Performance
Uno spettacolo che parla di cioccolato e di desideri, di cibo e di ossessioni, di accettazione e di
denutrizioni. Ispirato ad un romanzo di Amelie Nothomb di cui ruba i momenti più alti e la crudele
ironia, per adattarli ad una storia più italiana e più personale, più comica. Una storia legata all’attrice
che ne è anche autrice, che la racconta. Un percorso di formazione, dall'infanzia all'età adulta dove i
piani biografici del romanzo scompaiono per diventare parte di una nuova storia. La fame è un
paesaggio che ci accomuna tutti. In questo spettacolo abbiamo scelto il paesaggio visivo
dell’illustratrice Anna Resmini, che sul palco accanto all’attrice accompagna il racconto, costruisce i
personaggi e colora i luoghi interiori che vengono attraversati. La tecnica è quella del live-dripping,
bastano un computer ed un proiettore che seguano la penna dell’illustratrice. Il segno da prima
stilizzato deve aspettare la fine per diventare tratto libero, liberato. Come la storia che raccontiamo.
La fame ovviamente non è solo di cibo ma di amore, di vita, di storie, di riconoscimento. La
protagonista adora in particolare due cose: zucchero ed alcool. Il piacere assoluto e lo straniamento
da sé. A quattro anni si sente Dio, e volteggia in giardino ubriaca. Ma quando a tredici anni il corpo si
trasforma e avvampano i primi istinti erotici, non si riconosce più. Ed un giorno decide di smettere di
mangiare.
Una storia come ce ne sono molte, perché riguarda l’accettazione di sé, dei propri limiti e del proprio
destino. Una storia di guarigione allora, che senza avere la pretesa di insegnare qualcosa, chiede
solo di essere ascoltata.
Uno spettacolo dedicato a tutte quelle persone che non si sentono abbastanza belle, che non si
sentono abbastanza amate, che non credono di bastarsi abbastanza per essere felici. Ed infine un
lavoro necessario a far conoscere
soprattutto in teatro
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