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SHAKE (her) SPEAR (e?)

Cantiere Altrigo

Genere
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Regia: Amalia De Bernardis

Drammaturgia:

Attori: Pierpaolo Laustino Alma Spina Sonia Peretti Silvia Papini Claudia Giacosa Mariuccia Bison

Altri crediti:

Parolechiave:

Produzione:

Anno di produzione: 2011

Genere:

" Entra Lavinia. Violentata. Le mani mozzate. La lingua mozzata."
Tito Andronico. Shakespeare. Didascalia.
Esiste,dietro alle forme che natura o umanità hanno forgiato,un'impalcatura,una costruzione che regge le fattezze delle cose,invisibile a quell'immediatezza
che ci è consegnata e ci tocca attraverso il primo sguardo.
Questo osservare appena, malattia incurata della modernità,
dona una conoscenza superficiale e inattenta di tutto ciò che è intorno,ma non scava nel sotto,nel dentro,nel sopra.
Crea leggi invisibili sulle quali si basa la comunicazione, spostandotutto quello che non rientra in questo sistema non scritto in un contenitoresigillato che prende il nome di altro,oltre, non-luogo,non-scibile.
Tutto avviene in ogni trama,in ogni tempo, nelle relazioni sociali,nel quotidiano, nell'informazione, nella storia e nell'opera d'arte.
La nostra attualità ha fatto questo anche a Shakespeare,forse il più discusso tra
gli autori,il più rappresentato,il più rielaborato,riadattato.
Shakespeare ci ha consegnato frasi e immagini di rara bellezzache l'occhio umano ha continuato a fissare estasiato, l'orecchio ad ascoltare
imbambolato, le momorie ad ingurgitare come biglietti da visita eterni.
Ma...può forse un genio fermarsi all'apparenza seppur meravigliosamente
costruita da sembrare già essa stessa un doppio senso?
No. E lui, a nostro avviso non si è fermato.
Questo nostro progetto "Shake(her)Spear(e?)" nasce dall'urgenza di voler
vedere.Attraverso un'approfondita analisi di alcuni dei testi ci si è imbattuti in una
verità che viene nascosta dalla magnificenza della poesia offerta.Ma dove prende forma l'accadere?Dove si svela la dinamica delle sue creature?
Dove la potenza della visione è quell'oltre che tanto ci è caro
Tutto nelle didascalie.
Partendo dalla didascalia presente nel Tito Andronico sopracitata.Quale altra frase ci consegna veramente la crudeltà dell'opera,la spietatezza di
Chirone, Demetrio e Tamora?
Quale altra parola può darci tutta la disperazione di Lavinia?
Tutta la tragedia per noi è li dentro.
Uguale sezionamento dell'anatomia interna abbiamo operato su altre opere,quali Romeo e Giulietta, Macbeth, Otello,Amleto;
sulla figura stessa del poeta inserito in una modernità di parole facili e svendute,
sulla figura del regista ed infine sugli uomini.
L'uomo di Shakespeare nella sue differenze, l'Adamo su Eva, che non tace,ma
intriga,disfa e costruisce.Gigantesco e unico.
Attraverso la presa di coscienza che ci suggeriva via via il nocciolo
del significante,
abbiamo tradotto in immagine scultorea quelli che ci si sono presentati come
i cardini dei testi.
Nella reiterazione continua, nella ripetizione ossessiva dei corpi e dei gesti
abbiamo identificato la possibilità di arrivare al fulcro,all'essenzialità che
privata di una pomposità estetica illusoria ri-creava il battito furioso dei rituali
di Shakespeare.

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