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PASSI una confessione

BARTOLINI/BARONIO

Genere Prosa
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Regia: Tamara Bartolini/Michele Baronio

Drammaturgia: Tamara Bartolini

Attori: Tamara Bartolini Michele Baronio

Altri crediti: Bartolini/Baronio PASSI una confessione vincitore del Premio Dominio Pubblico Officine 2014 di e con Tamara Bartolini scene, luci, suoni e immagini live Michele Baronio regia Tamara Bartolini/ Michele Baronio canzone originale Ilaria Graziano collaborazione artistica Alessandra Cristiani assistente alla regia Antonio Cesari foto Margherita Masè / grafica Giulia Zappa produzione Bartolini/Baronio e 369gradi co-produzione Sycamore T Company, Carrozzerie | n.o.t con il sostegno di Teatro Argot Studio, Teatro dell'Orologio, Kilowatt Festival, Argot Produzioni, ATCL Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio in collaborazione con Rialto Santabrogio/Ass. Il Moderno-Agliana/Kollatino Underground Il Primo Studio “PASSI” è arrivato finalista al Premio Tuttoteatro.com Dante Cappelletti 2011 e semifinalista al Premio Lia Lapini 2011.

Parolechiave:

Produzione: Bartolini/Baronio in collaborazione con 369gradi, Sycamore T Company, Carrozzerie | n.o.t.

Anno di produzione: 2015

Genere: Prosa

“Noi non cesseremo l’esplorazione /e la fine di tutto il nostro esplorare / sarà giungere là onde partimmo / e conoscere il luogo per la prima volta.” T.S.Eliot

Passi nasce dal progetto La Caduta, in cui abbiamo esplorato il tema dell’incidente e del dolore come possibilità e rinascita. Lo spettacolo è una confessione costruita su materiale a tratti autobiografico, tradito e reinventato, fatto di appunti, suoni, immagini, create in tempo reale grazie a una lavagna luminosa che disegna la scena, creando paesaggi interiori.
Tante sono state le tappe di lavoro, diverse le collaborazioni durante il percorso, dalla musicista Ilaria Graziano, alla danzatrice Alessandra Cristiani, alle suggestioni arrivate dalle fotografie di Sarah Moon, alle opere di Maria Lai, di T.S.Eliot, e solo successivamente, all’omonimo testo di S. Beckett.
Il cammino ci conduce dentro la ferita di una generazione, dentro le costrizioni mentali, familiari, sociali ed economiche in un processo analitico ed emozionale che scandaglia l’animo umano, con una storia personale che parla a tutti.
Dentro lo spazio di questa confessione aperta, pubblica, spietata e senza compromessi, in un tempo/spazio che potrebbe essere quello di un funerale o di una veglia, c’è un corpo appeso, incerto, deambulante, alla ricerca disperata di approvazione.
Ti piace? Va bene così?
Camminiamo con scarpe ortopediche, con piedi di scimmia, stiamo sul filo, proviamo a ricucire la storia e sciogliere il groviglio di fili per non soffocare, per diventare quello che realmente siamo.
E’ l’inizio di una liberazione e allo stesso tempo la nascita di un processo artistico.
La nascita è la morte di una parte di noi e la fine “è solo la curva della strada”.
Da quel punto di luce che se ne va si ricomincia.
Per nascere una seconda volta.

“Ci rimettiamo all’ascolto della memoria che è il silenzio che ripassa tutta quanta la nostra esistenza che non è la narrazione della nostra vita ma il nostro congedo da essa perché alla fine una frase possa essere scritta, senza alcuna certezza e senza alcuna fiducia se non quella che è l’unica frase che potevamo scrivere e respirare.” A.G.Gargani

Per visualizzare il video integrale devi essere registrato come operatore o teatro e aver eseguito l'accesso.

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