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La mia gamba sinistra

Möves Danza Teatro

Genere Prosa Teatro-danza
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Regia: Raffaella Agate

Drammaturgia: Raffaella Agate

Attori: Raffaella Agate

Altri crediti: Costumi e oggetti di scena di Alessandra Donadio

Parolechiave: maschera, libertà, ingabbiamento, etichetta, destino

Produzione: Raffaella Agate

Anno di produzione: 2014

Genere: Prosa Teatro-danza

Il progetto de La mia gamba sinistra nasce dall' esigenza di sperimentare come due
forme d'espressione come il teatro d'attore e la danza possano fondersi in un
linguaggio scenico in cui il codice coreografico diventi gesto espressivo che si nutre e
nutre la dimensione verbale, nel tentativo di raccontare come, nel contesto sociale in
cui viviamo, l'individuo è portato a rivestire ruoli ben precisi che lo ingabbiano in
una serie di atteggiamenti, convenzioni, dogmi e pregiudizi che non permettono alle
sue pulsioni reali di emergere ed affermarsi. Il lavoro, sostanzialmente, affronta la
tematica della "maschera", quella che si indossa non davanti ai riflettori, bensì tutti i
giorni, a casa, a scuola, sul posto di lavoro e dovunque ci si senta in obbligo di
sacrificare una parte di noi stessi e di fingersi "altro" per sentirsi pienamente accettati
dal mondo che ci circonda.
La riflessione si orienta, in particolare, attorno al sogno della protagonista di
realizzare le proprie ambizioni artistiche inespresse, desiderio che si scontra
violentemente con il ruolo che le è stato imposto e che le causa un continuo senso di
colpa per la propria incapacità di compiacere le aspirazioni di familiari e conoscenti.
Nello studio legale Bonola-Bestetti, teatro della vicenda, infatti, tutto è già stato
deciso. Le attenzioni della famiglia proprietaria si rivolgono alla giovane e
promettente rampolla, Laura, una ragazza coscienziosa, educata, in tutto perfetta. In
tutto, tranne che nella sua gamba sinistra,.che sinistramente si muove alla ricerca
della pulsazione erotica della danza, del sogno di luci e riflettori, di uno straziante e
idealizzato amore romantico, non a caso con un pretendente che, per la modesta
estrazione sociale, non incontra l'approvazione dei familiari. D'altra parte, Laura è
una Bonola-Bestetti e sa che i suoi desideri latenti possono essere coltivati solo a
latere della vita vera, quella che la vede promessa. Promessa manager, promessa
moglie, promesso bastone per la vecchiaia, promessa continuatrice della gloria e della
posizione dell' impresa familiare.
Le sue aspirazioni più genuine, però, si fanno sentire. Irrompono come suggestioni
musicali che incarnano ora il seducente partner del ballo ora il fidanzato squattrinato
e scatenano la vitalità della gamba sinistra di Laura, emblema delle sue pulsioni
nascoste. Tuttavia, in modo altrettanto sonoro, agiscono i richiami all'ordine della
madre della protagonista, che convincono Laura ad una pronta censura di tutti quegli
atteggiamenti che non si convengono ad una rampolla di una famiglia altolocata. La
situazione sembra ristabilirsi, eppure sotto l'abito d'ordinanza cominciano a spuntare
macchie inquietanti e ferite insospettate ...

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