Regia: Eleonora Pippo
Drammaturgia:
Attori: Raimondo Brandi, Luca Di Prospero, Marco Lorenzi, Barbara Mazzi, Maddalena Monti
Altri crediti:
Parolechiave:
Produzione:
Anno di produzione: 2011
Genere:
I COWBOYS LAUREATI: UNA SPETTATRICE DICE DI LORO...
"Sipario aperto. Scenografia spoglia: una grande lavagna e due sedie. Ai lati s’intravedono quattro tavoli con le ruote, due alti e due bassi. Non ho la più pallida idea di cosa succederà questa sera al teatro Marenco. Alle 21.10, senza preavviso, una ragazza appare sul palco e inizia a parlare. Non si spengono nemmeno le luci… gli attori vogliono vederci in faccia mentre ci parlano.
Siamo in Italia, nell’anno 2161, trecento anni dopo l’unità d’Italia. Col proposito di presentarci la sua tesi di laurea, una tesista cerca di spiegarci cosa è successo dal 2011 al 2161. Pare che sia avvenuta una rivoluzione ma nessuno se ne ricorda… perché? Eppure un fatto del genere non può passare inosservato, vedi la rivoluzione francese o quella americana o cinese…
Sul palco si alternano vari ospiti che portano testimonianze preziose attraverso ricordi, ritagli di giornali, filmati e documenti d’epoca. Personalmente mi è piaciuto molto il tipo che impersona il mezzobusto della rassegna stampa televisiva. La sua bravura si nota ancora di più nell’attimo in cui viene coinvolto il pubblico in sala…
c’è un momento, decisamente interattivo, in cui vengono fatti passare tra gli spettatori degli articoli di giornale e contemporaneamente due cowboys cantano una stupida canzoncina… come finisce la musica chi si ritrova l’articolo in mano viene “democraticamente” invitato a salire sul palco per esprimere un parere sulla notizia… ma come passava veloce di mano in mano quel pezzo di carta sulle ultime note!
A un certo punto viene riproposta la fiaba dei tre porcellini e le conclusioni che se ne traggono portano interessanti spunti di riflessione. Chi è veramente il terzo porcellino? Chi gli ha dato i soldi per investire sul mattone?
Secondo la tesi presentata non importa ciò che succede ma come lo si racconta. La manipolazione del linguaggio consente di creare un’altra realtà, in cui si può far cambiare il significato originario delle parole.
Ciò che vogliono spiegarci i cinque attori è un vero e proprio dramma sociale. Sono convincenti nel cercare di far luce sulla storia. Non hanno paura di esporsi: le luci in sala mai spente, il cambio di costume direttamente sul palco e l’abbigliamento dei primi due porcellini sono scelte coraggiose che, portate avanti con naturalezza, lasciano il segno.
Questo spettacolo ha vinto il premio Scintille 2010 – Asti Teatro festival e il IV Premio Borrello alla nuova drammaturgia 2011."
Nadia Meriggio, Ceva (CN) Marzo 2012
https://www.facebook.com/comefucheinitaliascoppiolarivoluzione
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