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Corto Circuito

Co.C.I.S. Coordinamento delle Compagnie Irpine di Spettacolo

Genere Prosa Teatro-danza
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Regia: Paolo Capozzo

Drammaturgia: Paolo Capozzo

Attori: Elena Spiniello Maurizio Picariello

Altri crediti:

Parolechiave: lavoro, crisi, identità, corto circuito

Produzione: Co.C.I.S. + Teatro 99Posti

Anno di produzione: 2014

Genere: Prosa Teatro-danza

CORTO CIRCUITO
scritto e diretto da Paolo Capozzo
con Maurizio Picariello ed Elena Spiniello
coreografie Antonella De Angelis, musiche Pietro Turco
scenografie Antonio Ippolito, regia luci: Gianni Di Nardo, costumi Dina Del Regno


Quella di Angela e Carmine è una vicenda Campana per nostra comodità, ma la loro storia potreb-be vivere sotto altri dialetti e in altri luoghi.
In essa si assommano dolore, sensi di colpa, prostrazione, impotenza, rassegnazione, rabbia di-struttiva; tutte le contraddizioni di una realtà sociale che arranca sotto il peso della disoccupazione e di un’improvvisa e inaspettata indigenza.
La storia è “semplice”: lui, giovane uomo, forte, ottimista, spavaldo, affronta la vita, supera ostacoli; lei, ragazza trasognata, creativa, piena di entusiasmo, alleva speranze.
S’incontrano, s’innamorano, si sposano, hanno due figli (i gemelli) …
Improvvisamente però, la crisi economica esplode nelle esistenze della coppia, violentando il loro progetto di vita, espropriandoli del ruolo e dell’identità, oltre che delle prospettive di sicurezza.
La vita di Angela e Carmine finisce stravolta e la loro quotidianità diventa nel giro di pochi mesi (quelli che raccontiamo) una lotta per la sopravvivenza, “una battaglia continua”, con due figli ancora in fasce e una cassintegrazione di mesi che conduce lui sull’orlo di un esaurimento e lei ad un lavoro sottopagato e frustrante.
La giovane spavalderia giovanile poco alla volta scompare lasciando Carmine zavorrato al suolo, schiacciato dai sensi di colpa, imprigionato tra pensieri di violenta ribellione e reminiscenze di una religiosità infantile ridotta a favoletta per bambini.
Angela si trova così a lottare con le unghie per salvare la propria famiglia, per riappropriarsi della propria vita, per strappare il marito alla follia, prima che compia dell’ultimo irrimediabile gesto.

Brevi Note
Il palcoscenico è utilizzato come luogo “virtuale” e indefinito, dove i personaggi e gli accadimenti che li coinvolgono vivono in sospensione di tempo e di spazio, a tessere una trama destinata a trasmettere segni e sensazioni, ad offrire percezioni, attraverso alcuni passaggi essenziali del percorso interiore dei protagonisti.
In questo contesto, l’implosione del rapporto della coppia è disegnata per frammenti narrativi del “vissuto” intessuti con momenti puramente emozionali, in cui la scelta di usare elementi coreografici in vece delle parole è un tentativo volto a cogliere essenze e profondità più che a verbalizzare “la cronologia degli avvenimenti”.

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