Regia: Gemma Carbone
Drammaturgia: Nicola Bremer
Attori: Saga Björklund Jönsson, Gemma Carbone, Nicola Bremer, Anna Dalenoft, David Timonen
Altri crediti:
Parolechiave: fantascienza, Asimov, bomba atomica, storia, Eatherly,
Produzione: Cinnober Teater, Grenland Friteater, ABF, Kulturungdom e DE.MO./MovinUp, Gai.
Anno di produzione: 2014
Genere: Prosa Teatro-danza Figura Performance
YOU ARE HERE (so, don’t take things so seriously) è uno spettacolo composto da tre atti: “ACT I – History or The End of the Eternity”, “ACT II – Present time” e “ACT III – The Future or the Foundation Trilogy”.
I temi esposti sono molteplici: da una parte esplode la necessità di riflettere e condividere un senso di Presente perso, lontano; dall’altra irrompono le storie di un Futuro impossibile o di un Passato doloroso e inevitabile – prende forma così un mondo noir, suggerito dalle atmosfere Asimoviane, con personaggi post-apocalittici che traducono sulla scena la sensazione tragica di essere nostalgicamente fuori dal tempo. I performers intrepretano una sequenza di quadri cimentandosi ora con la dimensione netta della Fondazione, ora con le domande ed i testi scritti da Bremer, ora con improvvisi intermezzi musicali o con coreografie che si possono sommariamente descrivere come l’incontro tra il tip-tap ed un planetario.
interessa concentrarci su due punti in particolare: i macro-meccanismi della storia umana e le azioni personali dell’individuo. Prenderemo come punto di partenza non la realtà, ma un romanzo, non il nostro mondo, nè la nostra contemporaneità ma ciò che le è più distante: non solo un mondo che è lontano nella linea del tempo, ma addirittura un mondo inventato, una linea del tempo inventata. Per di più non c'è una cronologia che si riferisce ai fatti accaduti, alla Storia come Passato, ma ai fatti che devono ancora avvenire, ad una Storia potenziale, al nostro Futuro.
Oggi che tanto si parla di futuro o che tanto si riguarda al passato, siamo testimoni di una vera e propria “compressione” del tempo. Tanti dicono che ci hanno tolto il futuro (Karl Valentin diceva che “il futuro non è più quello di una volta”), rimbalziamo costantemente tra momenti di accellerazione e di ristagno estremo. L'umanità si sta trasformando in un network di persone, eventi e consumi in continua espansione dove il tempo è diventato solo uno strumento accessorio all’espansione stessa.
Arrestare la corsa di questa giostra è pressocchè impossibile. Hari Seldon, uno dei personaggi dei romanzi di Asimov, ci spiegherebbe che “la spinta psicostorica di un pianeta sovrappopolato contiene un'enorme forza inerziale. Per deviarne gli effetti dobbiamo opporle un elemento che possegga almeno uguale potenza. È necessario quindi lo sforzo di un gran numero di persone, o, se il numero delle persone è relativamente piccolo, un enorme spazio di tempo.”
Dunque, la domanda che ci siamo posti è molto semplice: cosa succederebbe se il futuro, per un’ora, si palesasse di fronte a noi, reale, tangibile, scientifico, schietto e illuminante? Cosa succederebbe se, grazie agli insegnamenti del più grande psicostorico di tutti i tempi, Hari Seldon, riuscissimo a vedere gli effetti nel futuro delle nostre azioni? Se fosse possibile prevedere i prossimi diecimila anni di storia?
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