Regia: michelangelo bellani
Drammaturgia: michelangelo bellani
Attori: Caroline Baglioni
Altri crediti: musiche originali composte ed eseguite da FRANCESCO FEDERICI
Parolechiave: drammaturgia contemporanea, violenza di genere, fatti di cronaca, poesia, donna
Produzione: Caroline Baglioni/Michelangelo Bellani
Anno di produzione: 2024
Genere: Prosa
BREVE PRESENTAZIONE
Una donna ripercorre il suo passato. Un mosaico frammentato di ferite familiari e personali mai sanate. La storia è ispirata a un fatto di cronaca realmente accaduto. Uno di quei fatti in cui la realtà, sconvolge anche la più fervida immaginazione. Ma le parole hanno il potere di aprire la possibilità di un incontro mai avvenuto e far sentire tutta la voglia e la gioia di vivere oltre il dolore.
NOTA AL TESTO
Emmipiacevavivere è un testo originale e inedito, scritto di getto nel 2017, a seguito di un bruttissimo fatto di cronaca. Si potrebbe dire sinteticamente che il tema centrale sia la violenza contro le donne. Ma limitarsi a una sintesi tematica generica, come spesso purtroppo avviene in casi analoghi, rischierebbe di non tenere in considerazione il giusto punto di vista. Il punto di vista di un essere umano che non solo subisce una violenza, ma si trova poi ad dover affrontare un’ulteriore oltraggio “sociale” protratto da un’omertà diffusa, da un giudizio sommario, da una giustizia lacunosa e da un senso di colpa lasciato cadere addosso come un’onta che spetta alla vittima anziché al carnefice. Il testo, per questo, sceglie un punto di vista preciso: quello di chi la violenza la subisce. Senonché, a ben vedere, non si tratta solo di dar voce al dolore, ma di provare a immaginare il modo in cui si è costretti a reagire, per salvarsi. Le infinitesime pieghe del comportamento assunte per non cedere. La narrazione scelta è, perciò, quella di un femminile-interiore, che trova nell’immaginazione e nel gioco-di-parola, la possibilità di riscattare una condizione di vita traumatica. Non si tratta di una fuga dalla realtà, piuttosto di una reinvenzione semantica volta a trasformare, attraverso un atto lirico, il dolore in bellezza. Nessuno può immergersi nel dolore dell’altro, è vero, ma forse allora è proprio attraverso il modo in cui ciascuno prova a reagire, che possiamo comprendere e comprenderci. In quella sfida troppo umana, lanciata al destino. Un femminile intimo, visionario dove la parola è giocata, stravolta. Lei, la donna protagonista, salta indietro nel tempo, nel ricordo stratificato dei colori degli anni dell’infanzia e dell’adolescenza condizionata, per sempre, da un episodio terribile. È una memoria al femminile, ma un femminile interiore, poetico, dove più che l’identità sessuale conta l’ascolto del sentimento e il desiderio di vita oltre il dolore.
Informazione riservata agli Organizzatori
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