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TERRA

Teatro di Carta / Ombre Bianche Teatro

Genere Prosa
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Regia: Marco Vergati

Drammaturgia: Marco Vergati

Attori: Marco Vergati

Altri crediti: Disegno luci e scena Francesco Peruzzi Luci e audio Chiara Carlorosi Foto Simone Bomprezzi Video Marco Bragaglia

Parolechiave: guerra, trincea, conflitto, morte, soldati

Produzione: Teatro di Carta / Ombre Bianche Teatro

Anno di produzione: 2025

Genere: Prosa

TERRA

una produzione Teatro di Carta / Ombre Bianche Teatro
di e con Marco Vergati
luci e scena Francesco Peruzzi

Negli anni tra le due guerre spuntano ovunque testimonianze della tragedia consumata, cronache di una generazione che senza possibilità di scelta fu costretta a vivere per mesi, per anni in trincea, tra tormenti, disagi, dolori inimmaginabili, prima di venire rasa al suolo dalle mitragliatrici.
Alcuni di questi testi, presto spariti dalla circolazione per fare spazio ai proclami che condussero alla seconda guerra mondiale, pur provenendo da paesi opposti dal conflitto, usano gli stessi toni e gli stessi termini per gettarci in faccia la realtà della trincea, con una crudezza tale da non lasciare scampo.

Dopo poco più di un secolo, appena il tempo di rimuovere la memoria popolare, i nazionalismi del secolo scorso non sono scomparsi ma solo trasfigurati in nuove forme, e la corsa al riarmo è in pieno svolgimento.
Gran parte dell\\\'umanità si trova di nuovo ficcata dentro trincee di vario tipo, costretta a procedere inerte verso un destino di abbrutimento e annientamento, spinta da una macchina che inesorabilmente continua a girare, mostruoso tritacarne che nessun uomo può più disinnescare.

Lo sviluppo materiale, lungi dal condurre verso il progresso, ha massificato ulteriormente la popolazione, non mettendo fine a conflitti e massacri ordinati da pochi ma garantendo la possibilità di seguirli in diretta attraverso i social media.
Non inganni la qualità video attuale contrapposto al bianco e nero dell\\\'epoca: come già osservato nei secoli, la storia tende a ripetersi.

Durante la narrazione spuntano qua e là dei personaggi collaterali che, in chiave caricaturale, un po\\\' alla maniera delle vignette dei giornali di guerra, spezzano il ritmo del racconto e lo colorano di un umorismo che non può che rivelarsi nero.

La drammaturgia è nata dalla frammentazione e dalla ricucitura di testi intorno alla Grande Guerra. I frammenti, come particelle scisse, hanno formato nuovi legami e si sono unite in nuove combinazioni chimiche, contenenti semi di paesi diversi, contrapposti dal conflitto.

Il processo di costruzione della scena è partito dalle testimonianze visive o narrative della trincea, ha condotto alla ricerca di pezzi materiali di recupero (legno, ferro) capaci di conservare la loro autenticità e insieme di raccontare le ferite del conflitto. Il blocco materico che rappresenta la struttura della trincea apre a molteplici soluzioni sceniche, capace di trasformarsi anche grazie ad un disegno luci incorporato nella struttura. La narrazione può così evocare ambiti diversi, in un volo che dalla serenità dei giorni precedenti al conflitto conduce dentro il fuoco della trincea, poi nelle postazioni privilegiate dei generali, che seguono gli eventi a distanza di sicurezza, infine nel calore familiare in cui trascorrono i pochi giorni della licenza dal fronte, gorgo terribile in cui di nuovo si precipita irrimediabilmente.

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