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Primavera e altre stagioni

Eat the catfish

Genere Prosa
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Regia: Jacopo Neri

Drammaturgia: Jacopo Neri

Attori: Dario Caccuri, Martina Massaro, Jacopo Neri

Altri crediti: MUSICHE ORIGINALI: Enrico Truffi SOUND DESIGN: Gabriele Gallo

Parolechiave:

Produzione: Eat the catfish & Associazione culturale Xenia

Anno di produzione: 2025

Genere: Prosa

SINOSSI:
PEAS indaga l'inizio di un amore, quella fase particolare del rapporto romantico in cui alterniamo velocemente stati d’animo diversi e contraddittori: dalla cautela dei primi appuntamenti alle angosce della gelosia, dall’estasi dell’infatuazione totale alla noie della routine quotidiana. Così, PEAS segue il primo anno di una relazione non solo attraverso la lente della realtà, ma anche delle fantasie che di volta in volta popolano l’immaginario degli amanti: pensieri viscerali, eppure rigorosi e implacabili come teoremi matematici, capaci di giungere alle conclusioni più estreme a partire da domande all’apparenza banali: Ti sarei piaciuto lo stesso, se ci fossimo conosciuti prima? Com’è possibile che esistano amori belli come il nostro? A cosa ci servono le persone, se abbiamo l’un l’altro?
PEAS è una partitura scenica su quegli aspetti ambivalenti e complessi del sentimento che spesso tendiamo a rimuovere, ma che è indispensabile fronteggiare, per comprendere noi stessi e gli altri nei delicati equilibri del rapporto d’amore.

Dal punto di vista drammaturgico, i tre attori presenti in scena non incarnano tanto dei personaggi, quanto le diverse parti di un solo Io preso nei travagli dell’amore. Dal punto di vista registico, il lavoro si serve di linguaggi fortemente ibridi, per rendere al meglio la complessità delle tematiche trattate: uno stile testuale che mescola elementi monologici, poetici e narrativi; una partitura musicale che unisce acustico. elettronico e rumoristico; una recitazione in bilico tra naturalismo, lavoro sul microfono e studio del gesto, del movimento coreografico e dei dispositivi digitali.

PROGETTO:
A livello tematico, il progetto porta avanti un’ideale trilogia sull’amore avviata con lo spettacolo
Tre liriche (2023). L’intento generale è studiare la natura dell’esperienza sentimentale in un’epoca
profondamente ambigua dal punto di vista della relazione umana: da un lato, infatti, registriamo
movimenti culturali che cercano di legittimare in maniera virtuosa tutte le forme di erotismo, di
sessualità e legame affettivo; dall’altro, ci scontriamo con una realtà storica che rende sempre più
complesso il contatto tra le persone, nel dilagare dei media digitali, nella memoria del trauma
pandemico e nell’instabilità politica e sociale della contemporaneità. Così, tra i discorsi sull’amore
e il vissuto dell’amore si apre una sorta di frattura, patita specialmente dalle generazioni nate a
cavallo del nuovo millennio. Molti individui si trovano impreparati a gestire la pratica del rapporto
quotidiano, che si satura presto di nevrosi, di dinamiche tossiche e narcisistiche, di comportamenti
difensivi, aggressivi, evitanti.

Questo è il filo rosso che unisce i lavori della nostra trilogia, per il resto indipendenti l’uno
dall’altro: un “Io parlante” che fatica a gestire i turbamenti dell’amore, ed elabora soluzioni più o
meno lineari, assurde, paradossali per lenire l’angoscia.

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