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LE ROTAIE DELLA MEMORIA

Eco di fondo

Genere Teatroragazzi (14-18) Prosa
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Regia: Giacomo Ferraù

Drammaturgia: Giacomo Ferraù e Giulia Viana

Attori: Giulia Viana

Altri crediti:

Parolechiave: comunismo, Giulia Viana, Giacomo Ferraù, storia, resistenza

Produzione: Eco di fondo

Anno di produzione: 2012

Genere: Teatroragazzi (14-18) Prosa

Le rotaie della memoria, testo scritto nella sua prima versione da Giulia Viana, nasce nel 2002 da una ricerca di storia su un perseguitato politico del fascismo nella Valle del Ticino, Albino Calletti. Lo spettacolo viene messo in scena nel 2003 in forma di narrazione.
Nel 2008 Le rotaie delle memoria vince il Premio Cultura ANPI OVEST TICINO con la seguente motivazione: “A Giulia Viana, una giovane voce che con sensibilità, intelligenza e talento raccoglie la testimonianza del passato dando nuova linfa ai valori della Resistenza.”
Nel 2012, Giulia Viana decide di riprendere il lavoro, e lo riscrive insieme a Giacomo Ferraù, che curerà anche la regia, con il quale nel 2009 ha fondato l’Associazione Eco di Fondo.
Perché parlare di resistenza oggi? Cosa ci avvicina e cosa ci allontana da quel periodo? Cosa può insegnare alla nostra generazione il confronto diretto con una realtà apparentemente così lontana? La sfida che costituisce la natura più intima dello spettacolo è appunto il tentativo di mettersi a nudo di fronte a questa grande domanda.
Albino Calletti si racconta: la Federazione giovanile comunista di Castelletto Ticino, il carcere, la guerra in Russia, l’esperienza da partigiano e il ritorno a casa. La sua è una vera e propria missione, un senso enorme di responsabilità non solo per i suoi cari, ma anche e soprattutto per i compagni.
Capitava spesso che i ragazzi non avessero alcuna preparazione politica, erano antifascisti d’istinto, ma volevo convincerli che questo non bastava. I ragazzi dovevano essere informati. Allora mi dedicavo a diffondere la conoscenza della vera natura antifascista, per dare più forza agli ideali di democrazia. Non bisognava ritirarsi dalla lotta. Non bisognava disertare. La memoria dei nostri caduti era affidata a noi.
Albino Calletti

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