Regia: Giacomo Ferraù
Drammaturgia: Giacomo Ferraù e Giulia Viana
Attori: Andrea Pinna Libero Stelluti Giulia Viana
Altri crediti: ASSISTENTI ALLA REGIA Valentina Mandruzzato e Valentina Scuderi DISEGNO LUCI Giacomo Marettelli Priorelli e Giuliano Bottacin TECNICO LUCI Giuliano Almerighi ORGANIZZAZIONE Elisa Binda CON LA COLLABORAZIONE DI Teatro del Buratto, Molino del Groppo, Teatro Barrio's
Parolechiave: Pinocchio, crescita, solidarietà, famiglia, amicizia
Produzione: Compagnia Eco di fondo
Anno di produzione: 2012
Genere: Teatroragazzi (8-14)
Mino è nato ieri. E ha 42 anni. Mino ha lo spirito di un bambino, ma è nato già adulto, nel corpo di un adulto. Anche i suoi genitori, che non sono di certo nati ieri, si sono chiesti, al tempo, come fosse potuto nascere così grande. O meglio, se lo sono chiesti per un paio d’ore, poi ci hanno rinunciato e lo hanno lasciato davanti alla porta di un orfanotrofio. Così Mino rimane lì, di fronte al portone. Arriva la notte, con lei il buio. Il mattino successivo, una suora attempata gli apre la porta tirando per un orecchio un bambino dai tratti slavi, un bambino rom, con un cespuglio di capelli arruffati, un sorriso furbetto e un violino sotto al braccio. “È lei il signor Rossi? È venuto a prendere Lucignolo, finalmente?” ringhia la suora tirando il bambino dall’orecchio. Mino sorride, perché essendo nato ieri non ha ancora imparato a parlare. “Ma quale signor Rossi? Questo è nato ieri!” dice Lucignolo ridendo. «Porta rispetto al tuo nuovo papà!» tuona esausta la suora sbattendo il portone dietro di sé. Mino e Lucignolo si guardano. Poi finalmente Mino sorride. “Pa-pà...”. La sua prima parola. Anche se ancora non lo sanno, le loro vite, da questo momento, rimarranno unite per sempre. L’uno non ha che l’altro al mondo e in qualche modo dovranno cavarsela. Così inizia la loro avventura: Lucignolo insegnerà a Mino come fare a essere grande, mentre Mino restituirà al suo amico quella spontaneità e quella leggerezza della prima infanzia a cui lui non ha avuto accesso.
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