Regia: Leonardo Bianchi
Drammaturgia: Leonardo Bianchi e Giorgia Rambaldi
Attori: Leonardo Bianchi, Annachiara Fanelli, Eleonora Fiorucci, Jacopo Peroni
Altri crediti: Sound design Gian Maria Labanchi
Parolechiave: Femminismo, Performance, Stregoneria, Musica, Sociale
Produzione: Elliot
Anno di produzione: 2025
Genere: Prosa Performance
“Non importa chi sono. Non importa come mi chiamo. Potete chiamarmi Strega. Perché tanto la mia natura è quella.”
Queste parole aprono lo spettacolo come una dichiarazione, un rito, un avvertimento. “Morgana, mia nonna e altre streghe” è un atto d’amore e ribellione, un rituale teatrale in cui la stregoneria diventa linguaggio e metafora del potere femminile. Il progetto costruisce un mosaico di ritratti di streghe – alcune vere, altre leggendarie, altre ancora immaginate – per attraversare i temi centrali del femminismo contemporaneo: la parità salariale, la decadenza del corpo femminile con l’età, la rimozione delle donne dai ruoli di potere, la mascolinizzazione del linguaggio, la rabbia, il desiderio, l’ambizione. Nel mondo di Morgana, la strega non è un travestimento. È un’eredità. È una lingua che non si può più disimparare. La strega è quella che conosce, quella che nomina, quella che osa esporsi senza chiedere permesso. È voce che buca il silenzio, corpo che reclama spazio, desiderio che non chiede scusa. Ma proprio per questo viene derisa, zittita, demonizzata, bruciata a fuoco lento nel forno della normalità. Le streghe di ‘Morgana, mia nonna e altre streghe’ sono molte. Alcune vengono dai miti Circe che trasforma, Grimilde che specchia, Lechuza che osserva nel buio, Minerva McGranitt che insegna senza mai cedere. Altre vengono dalla vita: donne incontrate per caso o per destino, che hanno saputo abitare il proprio potere anche senza saperlo. Donne comuni con gesti straordinari, occhi che tagliano, silenzi che dicono tutto.
Informazione riservata agli Organizzatori
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