Regia: Francesca Caprioli
Drammaturgia: Chiara Arrigoni
Attori: Chiara Arrigoni Giulia Gallone Ottavia Orticello
Altri crediti: disegno luci e scene: Francesca Caprioli costumi: Paola Arcuria / Francesca Caprioli Progetto vincitore del Premio Scintille 2023 con il supporto di Piemonte dal Vivo, Asti Teatro Festival, Teatro Menotti Testo scritto durante la residenza NEON_10 di Fabulamundi Playwriting Europe tra Polonia, Romania e Italia, con la supervisione di tre registe: Anna Wakulik, Anina Nelega, Lisa Ferlazzo Natoli. Il testo, originariamente scritto in lingua inglese, viene poi selezionato dall’università di Targo Mures per tradurlo in rumeno e farne un radiodramma e, successivamente, viene selezionato da The Questors Theatre di Londra per un percorso di workshop online su testi di nuova drammaturgia di autori e autrici emergenti.
Parolechiave: donne, lavoro, fiaba, operaie
Produzione: Le ore piccole
Anno di produzione: 2024
Genere: Prosa
Le protagoniste sono tre operaie: Klara, l’aspirante leader, Agnese, la pigra mediatrice, e Martha, quella nuova. Il lavoro in fabbrica è logorante, soprattutto per le donne, persino sciogliere i capelli durante l’orario di lavoro è un atto trasgressivo sottoposto a rigido divieto e sembra impossibile sognare qualcosa di più. Un giorno, però, succede qualcosa: Martha inizia una relazione clandestina con il loro capo e, da quel momento, le tre donne cominciano a ottenere dei piccoli miglioramenti sul lavoro, guidate dal sogno di Klara di una ribellione contro il sistema. Mentre ottengono sempre di più da una realtà prima ostile che Martha, consigliata da Klara, sembra in grado di piegare a suo piacimento, le tre donne si spingono a desiderare cose sempre meno innocue, sempre più proibite. A little gossip never killed nobody è una favola oscura sul potere della parola, così potente che può cambiare la realtà, crearne una nuova, spingerti a immaginare, desiderare, manipolare, obbedire.
Il testo si ispira al modello della fiaba: un mondo chiuso in cui il soprannaturale sembra fare irruzione nella realtà e il desiderio è una forza ambigua, che spinge l’essere umano a superare un confine vietato e, poi, a pagare un prezzo troppo alto. La fiaba è il contenitore in cui si muovono, però, istanze del nostro tempo: Klara, Agnes e Martha sono tre donne contemporanee, tre operaie costrette a un lavoro logorante che soffoca la speranza del futuro e la dimensione del desiderio. I loro corpi sono forza lavoro, e sono controllati: sono un campo di battaglia, un luogo di auto-contestazione, di disarmonie, rabbia, ma anche eros, immaginazione, metamorfosi, liberazione.
Le tre donne, insieme, sperimentano l’euforia di progettare un riscatto – personale e collettivo – e, nel bene e nel male, scoprono di avere il potere di cambiare la realtà. A little gossip never killed nobody è, infatti, una fiaba oscura sul potere della parola, così potente che può spingerti a immaginare, desiderare, manipolare, obbedire, sovvertire per sempre il mondo attorno a te.
La regia si muove tra concretezza estrema del contenuto e del lessico e una sospensione dei confini del reale tipica della fiaba. Alludiamo alla fabbrica attraverso la presenza dei barattoli di latta: in uno spazio scenico buio e vuoto, la fabbrica è una sagoma di barattoli che si alzano verso il cielo, una cattedrale di cemento la cui ombra si allunga sulle protagoniste.
Le didascalie dell’autrice e i titoli delle scene sono mondi abitati: decidiamo di portarli in scena assumendone l’atmosfera da fiaba dark. La linea temporale è discontinua: le scene avvengono a distanza di mesi, giorni, poi alla fine ore, minuti, tutto precipita e il tempo scivola via verso l’inevitabilità del dramma.
Il testo e la regia, quindi, accompagnano l’azione in una costruzione scarna, essenziale, fondata sulle atmosfere e sul lavoro con le attrici sui personaggi delle tre donne, che adottano delle sporcature dialettali e regionali.
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