Regia: Monica Morini
Drammaturgia: Bernardino Bonzani
Attori: Bernardino Bonzani
Altri crediti: di e con Bernardino Bonzani direzione musicale Antonella Talamonti regia e consulenza drammaturgica Monica Morini produzione Teatro dell’Orsa
Parolechiave: PERSONAGGI, LENTEZZA, RELAZIONE, CANTO, TRENO
Produzione: Teatro dell'Orsa
Anno di produzione: 2024
Genere: Prosa
Cosa vuol dire viaggiare a bassa velocità? Scovare storie nelle pieghe del tempo, intercettare vite invisibili. Dall’Emilia al Lazio, dalle Marche alla Puglia, dalla Toscana alla Calabria, un affresco di voci che abbraccia l’Italia, un viaggio che si dipana dentro l’ascolto e la ricerca fatta sui treni regionali italiani.
L’autore interprete Bernardino Bonzani ha costruito lo spettacolo raccogliendo, nell’arco di molti mesi, storie di persone incontrate durante lunghi viaggi sui treni regionali in tutta Italia.
La direzione musicale di Antonella Talamonti ne cuce un tappeto sonoro evocando con i canti popolari gli aedi antichi.
La regia di Monica Morini suggerisce che possiamo essere custodi delle vite degli altri.
NOTE SULLA MUSICA
Sul treno gli incontri sono fatti di visi, corpi, suoni.
I dialetti, i colori delle voci, l’espressività musicale delle parole scambiate, cambiano all’interno degli scompartimenti secondo l’itinerario.
La musica non può prescindere questa ricchezza tutta italiana, fatta di culture diverse conviventi nel raggio di un centinaio di chilometri.
Il canto di tradizione orale, la canzone popolare d’autore, affiorano tra il rumore dei treni e le parole del narratore; canti che vengono da lontano, mormorati, intimi, che portano paesaggi dell’anima.
Tra i suoni del qui e ora e i suoni dell’altrove si apre uno spazio per il ricordo, per i molti modi in cui la vita parla di sé.
NOTE DI REGIA
Proprio mentre ti stai perdendo sei vicino alla conoscenza.
Prendiamo treni ad alta velocità per risparmiare tempo e arrivare presto alla meta, abbiamo navigatori che disegnano per noi il percorso.
In un viaggio a bassa velocità non solo sei disposto a perdere tempo e orientamento, ma a riorientare la percezione che hai degli altri, del mondo, di cosa conta davvero.
Un doppio binario gioca sulla velocità e lentezza come lente di ingrandimento del sentire, segue il profilo dei personaggi e il flusso di pensieri evocati dai canti regionali come grande serbatoio di oralità. Questo fa il corpo narrante in scena, non restituisce solo la traiettoria di un viaggio, si fa gesto e voce delle vite degli altri, diventa custode e aedo contemporaneo.
La messa in scena cuce un filo rosso di incontri dove il canto della voce è un flusso di coscienza, radice di memoria e antenata che ci custodisce.
Informazione riservata agli Organizzatori
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