Regia: Simone Guaragna
Drammaturgia: Simone Guaragna
Attori: Pietro Formentini, Simone Guaragna, Martina Spampinato
Altri crediti: Chiara Bartolucci, Ilaria Pietrangeli
Parolechiave: colpa, morte, contemporaneo, vita, antologico
Produzione: Compagnia Fang-ta
Anno di produzione: 2024
Genere: Prosa
Trilogia della colpa è composto da tre brevi storie auto-conclusive apparentemente slegate tra loro, il cui fil rouge si individua nella tematica della colpa. L’intenzione è quella di mettere in relazione tre momenti invisibili ma fondanti che riguardano l’ Essere Umano: il prima della vita, la vita che incontra la morte e il dopo la morte. In queste “fasi nascoste” dell’Esistenza vengono trattate tre diverse possibili “qualità” del concetto di colpa: la colpa involontaria, il senso di colpa e il tacciare qualcuno come colpevole. Altro tema centrale del testo è quello della morte, intesa non come fine della vita, ma come suo elemento costitutivo, indissolubile, riflesso di sé stessa.
Nel primo atto (“Tragica storia di come si viene al mondo”) si racconta il momento tragico e rimosso della nascita; l’Essere Umano fa esperienza del distacco prima ancora di venire al mondo, macchiandosi inevitabilmente di una colpa atavica della quale non ha memoria; la perdita della placenta diventa allora una sorta di “peccato originale”, qualcosa che rimane sepolto dentro ognuno di noi; nel racconto del travaglio, si nasconde il conflitto esistenziale tra il desiderare qualcosa e la paura di non riuscire a raggiungerla.
Nel secondo atto (“L’ultima cena”) l’elaborazione del lutto diviene metafora dell’elaborazione della fine di una relazione; i sensi di colpa sono le ferite aperte che un rapporto d’amore apre, il dare la colpa sono le uniche armi che abbiamo per difenderci; i personaggi, vittime dell’incomunicabilità e delle incomprensioni insite nel loro rapporto, si scontrano con il loro passato, ma soprattutto con il loro presente.
Nell’ultimo atto (“I trafficanti di uomini non vanno all’Inferno”) ci si interroga sulla relatività del giudizio all’interno del mercato degli esseri umani; il viaggio, e di conseguenza la migrazione, non è qui trattata come emergenza planetaria, ma come principio di vita; gli esseri umani si muovono alla ricerca di condizioni migliori fin dall’alba dei tempi e le grandi narrazioni sacre ci ricordano che l’umanità è nata come popolazione nomade.
Tre attori interpretano i sette personaggi che abitano le storie. La messa in scena ha una scenografia minimalista e agevole. Unico elemento in comune per i tre atti è un tavolo, il quale ha un “vestito” diverso in base al mondo rappresentato: nell’utero funge da altare, nella sala della Meeting-beyond è un tavolo apparecchiato per la cena, nell’ufficio di Dio si trasforma in una scrivania. Trilogia della colpa unisce elementi che ricordano il cartone "Inside out", la serie dispotica "Black Mirror" e quella della comedy alla "The Office". Lo spettacolo si rivolge alle nuove generazioni, le quali si ritrovano a vivere in una società che ci ricorda che possiamo fare tutto, essere tutto, ma nella quale non ci si sente mai abbastanza.
Informazione riservata agli Organizzatori
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