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TEKKEN DRAMA - Come farsi amici i mostri

Anomalia Teatro

Genere Prosa
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Regia: Alice Conti

Drammaturgia: Francesca Becchetti

Attori: Francesca Becchetti (monologo)

Altri crediti: Di e con: Francesca Becchetti Regia: Alice Conti Scenografia: Plasma Torino Luci: Ilaria Bertazzi Costumi: Simona Randazzo (non ancora conclusi al momento dell'invio del bando)

Parolechiave: Tekken, Mostri, Relazioni, Femminismo, Frammento

Produzione: Anomalia Teatro, con il sostegno del Festival Montagne Racconta diretto da Francesco Niccolini

Anno di produzione: 2024

Genere: Prosa

*L’ amore è amico degli sbirri. Ti inchioda al muro e ti ammanetta.
È un gioco di potere dove o stai sopra o stai sotto. E se stai sopra sei una merda e se stai sotto stai male.*

Il lavoro Tekken Drama - Come farsi amici i mostri rappresenta un’indagine intima intorno al tema delle relazioni. È frutto di una ricerca dell’autrice la quale ha ideato e conduce da tre anni il progetto Sistar, un laboratorio per sole adolescenti sul tema dell’affettività e della sessualità, nei locali del Cecchi Point nella periferia nord di Torino con l’Associazione Educadora Onlus. Contemporaneamente, ha ideato e conduce con Anomalia Teatro, il corso LeDisgraziate. Il corso è per sole donne e persone trans e attraversa tre macro tematiche: la famiglia, la mostruosità e la sessualità.

La protagonista è Eveline, una ragazza di trent’anni, che ci conduce nei meandri della sua psiche. Lo fa portandoci lontano nel tempo e nei ricordi partendo da un pretesto banale: la fine di una relazione amorosa. Ci fa dialogare con i suoi mostri, le emozioni e gli impulsi che la tormentano. Il dialogo si instaura anche con i suoi alleati immaginari che sono portatori di buoni consigli, spesso perentori.

Nasce dall’urgenza di sondare il terreno intorno le contraddizioni che sussistono nei processi di liberazione dalla violenza e dal potere nei legami affettivi. Attraversa le mostruosità più recondite. La ricerca ruota intorno al processo di tensione perpetuo che sta alla base dei sentimenti umani. Non lo fa in maniera neutrale né vuole avere la presunzione di afferrare un linguaggio universale. Al contrario, il posizionamento che sta alla base della ricerca teatrale è femminista, libertario, ostinato e contrario. La voce di chi parla è, spesso, della miseria umana. È un viaggio che ripercorre pezzi di infanzia e adolescenza di chi è nato negli anni ‘90. Questo percorso è scandito da partiture musicali, come colonna sonora del testo. Una lente che osserva le relazioni dei propri genitori, tossiche e malvagie.

Vuole essere un moto di rivolta interno e necessita discostarsi dalla narrazione autocommiserativa che sta alla base di una certa retorica affibbiata alle “donne”. Ci prova, ma non sempre ci riesce.

Tekken perché è una lotta, fatta di pugni e pugnalate allo stomaco dentro scenari competitivi e malsani. Perché è uno spettacolo pop in una cornice anni ‘90 ai giorni nostri.
Drama perché luogo di tragedia e satira e perché si accosta alla riappropriazione della nomea di cui molte soggettività sono additate: drammatiche, piagnucolone e queen.

*Per restare viva il nemico lo voglio.
Con la barba, le spalle larghe, che mi prende i polsi.*




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