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Il Figlio Migliore

Enrico Lombardi/Quinta Parete

Genere Prosa
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Regia: Enrico Lombardi

Drammaturgia: Enrico Lombardi

Attori: Matteo Carnevali e Andrea Poggi

Altri crediti: Regista Assistente Alessandra Crotti

Parolechiave: genitori, figli, disabilità, famiglia, diversità,

Produzione: Compagnia Enrico Lombardi/Quinta Parete Co-produzione Pilar Ternera/NTC

Anno di produzione: 2024

Genere: Prosa

Il figlio migliore è uno spettacolo che vede in scena un attore normodotato e un ragazzo quasi ventenne con disabilità. Sono un padre e un figlio che convivono in un'apparente “normalissima” quotidianità. Ma come in tutte le famiglie le cose semplici possono trasformarsi in sfide complesse e quasi nulla si conclude con un esito prevedibile dando allo spettacolo un taglio quasi clowneristico.
Il figlio migliore racconta del rapporto tra genitore-figlio: la differenza tra i due attori diventa metafora della difficoltà relazionale tra due generazioni a confronto. Un teatro fatto di azioni, parole divertenti ed ironiche che con profondità affrontano temi legati alle grandi paure di un percorso di crescita, come l’incondizionato e a volte dolorosissimo affetto che lega padre e figlio, la difficoltà di farsi ascoltare, il timore della perdita, la diversità, l’indipendenza, la trasmissione dei valori, le aspettative.
Tutto ciò viene reso più potente ed incisivo grazie alla presenza di Andrea, un ragazzo con disabilità, che interpreta il figlio.
La presenza di un attore con disabilità porta in scena grande autenticità. La disabilità non è il fulcro della storia, ma diventa un mezzo che permette di amplificare tutte le emozioni raccontate e mette l’attore professionista in una condizione di costante allerta e profondo ascolto portando lo spettatore ad osservare uno spaccato di vita di una relazione molto intima tra i due attori che restituisce la sensazione di essere di fronte a qualcosa di vero e non recitato. Il linguaggio utilizzato è quello del teatro contemporaneo, dalla struttura scenica alle parole. Per portare lo spettatore in una dimensione più onirica all’inizio e alla fine dello spettacolo sono presenti
riferimenti a due testi classici che indagano la relazione padre - figlio: la pièce si apre con la morte di Giulio Cesare per mano del figlio adottivo Bruto e si chiude con il racconto della vicenda di Amleto e suo padre.
Il titolo “Il figlio migliore” è da interpretare alla luce del contesto della “società della performance”: è legato alla costante richiesta da parte della società di essere sempre il migliore e alla pressione che ne deriva, ma è collegato anche al tentativo di ogni genitore e di ogni figlio di fare del proprio meglio per essere il miglior genitore o figlio possibile.
Il figlio migliore parla a tutti e di tutti, anche a chi non vive a contatto con la disabilità e chi non è genitore. Lo spettatore si trova faccia a faccia con alcune delle fragilità e preoccupazioni socialmente condivise ed è obbligato ad affrontarle. Che eredità lasciamo ai nostri figli e alle future generazioni? E allo stesso tempo, cosa decidiamo di fare con questa eredità?

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