Regia: Yevgeni Mayorga Adearde - Davide Perissutti
Drammaturgia: Davide Perissutti, Irene Giacomello, Marco Floran
Attori: Davide Perissutti
Altri crediti: Da una idea originale di Davide Perissutti, Irene Giacomello e Marco Floran. Regia di Yevgeni Mayorga Adearde e Davide Perissutti. Musiche originali di Giacomo Santini. Consulenza artistica Giovanni Fusetti, Giorgio Bertolotti.
Parolechiave: burocrazia, comico, Gogol, cappotti, muto
Produzione: Produzione Circo all’inCirca Spettacolo accompagnato da SOLO BUT NOT ALONE, a cura di Quattrox4, Circo all’inCirca, Dinamico Festival, MagdaClan, assegnatario “Boarding Pass Plus” del MiC.
Anno di produzione: 2023
Genere: Teatroragazzi (3-8) Figura Performance
OOvercoat-s” è una riflessione liberamente ispirata all’omonimo racconto dello scrittore russo Gogol. Akakj Akakjevich è un minuscolo ingranaggio della enorme macchina burocratica, che opprime con il proprio manto intere classi sociali nella Pietroburgo di fine ‘800. Norme, regolamenti, leggi, altre norme che spiegano le norme di prima… e poi carta, tantissima carta, tutta firmata o da firmare; è fatta di questo la burocrazia. Il diabolico sistema di scarico della responsabilità che alimenta l’intera macchina amministrativa diventa un meccanismo per trasformare le regole in prepotenza. È proprio così che muore Akakj, schiacciato sotto il peso di un sistema burocratico formalmente inteso per proteggerlo e di fatto in grado solo di condannarlo a morte. La ricerca artistica inizia dentro le pagine dell’autore ucraino e prosegue immaginando il protagonista dopo la fine del racconto: ora è un fantasma e può compiere la sua piccola vendetta rubando quanti più cappotti voglia a tutti gli alti funzionari che invece di aiutarlo lo hanno seppellito. Ne nasce una performance dedicata alla burocrazia, il cui intento è raccontare come si senta il piccolo uomo di fronte all’insormontabile fatica di comprendere perché l’essere umano debba continuare ad accumulare così tante leggi da paralizzarsi con le sue stesse mani. In scena succede proprio questo, una progressiva e tragica paralisi che si trasforma in commedia, in teatro dell’assurdo. L’immaginario utilizzato in partenza è quello russo, i cui tratti vengono pennellati da Gogol nel racconto da cui prende le mosse lo spettacolo. Tuttavia tale immaginario viene progressivamente diluito con meccanismi dal sapore bekkettiano, la cui assurdità si mescola con immagini fisiche e gag appartenenti a mondi di fantasia.
Leggi che servono a capire altre leggi, norme generate per risolvere i problemi generati da altre norme, articoli, decreti, contratti e polizze, tutto per garantire una sicurezza che di fatto nessuno possiede. Si tratta di una ricerca il cui proposito è portare in scena gli effetti paralizzanti di un sistema amministrativo complesso e raccontare ad un bambino cosa sia infondo la burocrazia. Il metodo di ricerca artistica si appoggia sulla figura del clown contemporaneo e del buffone, nonché sulle tecniche circensi di ricerca e pulizia del movimento, laddove spesso è quest’ultimo a guidare l’azione. C’è poco di umano nella vicenda del protagonista, è qualcosa di profondamente tragico eppure decisamente comico. Generare la tragedia in scena per trasformarla in commedia è un altro obiettivo di questo lavoro che utilizza il teatro fisico, un pizzico di danza, il gioco con il pubblico e tredici cappotti, tutti indossati contemporaneamente dall'attore.
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