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Il Paese dove non si muore mai

Opificio03 Aps

Genere Teatroragazzi (3-18) Figura
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Regia: Valeria D'angelo

Drammaturgia: Valeria D'angelo

Attori: Lorenzo De Santis, Silvia Ponzo, Nino Sileci, Francesca Vecchiato

Altri crediti: Vincitore premio Piccirè 2023

Parolechiave: Teatro ragazzi, Teatro di figura, Teatro delle ombre, Teatro delle marionette, Italo Calvino

Produzione: Opificio03 A.P.S.

Anno di produzione: 2023

Genere: Teatroragazzi (3-18) Figura

A un anno dal centenario della nascita di Italo Calvino, Opificio03 ha deciso di omaggiare uno dei giganti della letteratura italiana del secolo scorso con uno spettacolo che guarda al meticoloso lavoro di ricerca e conservazione che Calvino fece di tutto quel preziosissimo patrimonio di fiabe e racconti popolari della nostra penisola e che confluì nella sua celebre raccolta “Fiabe italiane”, una raccolta che, costituisce una vera e propria enciclopedia della fiaba. L’idea della messa in scena pensata dalla Compagnia Opificio03 vuole rispecchiare la natura stessa del libro: restituire la diversità dei racconti delle regioni d’Italia. Nasce così l’esigenza di riscoprire un passato comune donandogli nuova veste: una forma di spettacolo tout public, adatto ai piccoli ma anche ai più grandi, che porta in scena il teatro della fiera attraverso diversi espedienti teatrali come ombre, musica dal vivo, tecnicismi fisici e attoriali atti all’interpretazione e alla costruzione di un vero e proprio teatro di burattini, dove gli attori si trasformano in burattinai che muoveranno, per l’appunto, i burattini-umani. Qual è “Il Paese dove non si muove mai”? Cosa conferisce ad un luogo la possibilità di rimanere vivi in eterno? Di non dimenticare mai i propri cari, le proprie origini, il proprio passato? Solo alla fine dello spettacolo sarà chiaro che il racconto, l’affabulazione, il ricordo tramite le storie, e in questo caso tramite anche la magia del teatro, saranno gli elementi che renderanno immortale quel paese, quella casa, o in generale quel luogo del quale non ci si vuole dimenticare, che vorremmo portare sempre con noi. Quattro fiabe provenienti da quattro regioni italiane si susseguono sul palco; ognuna di queste ci trasporta in un mondo magico e diverso: quello del circo e delle marionette della fiaba calabrese "Il Reuccio fatto a mano", quella del suggestivo teatro delle ombre della friulana "La camicia dell’uomo contento", quello del teatro-canzone de "Il vaso di maggiorana", fiaba popolare milanese, fino al teatro dei pupi della siciliana "Massaro Verità". A fare da cornice, un’altra fiaba proveniente dal Piemonte, quella del protagonista, Masino, che decide di lasciare il suo paesino per partire alla ricerca del paese dove non si muore mai. Ma esiste davvero questo paese? E se sì, è davvero un luogo fisico o, piuttosto, uno spazio, nel nostro cuore, dedicato a tutti quei racconti che ci tramandiamo di generazione in generazione, che un tempo ci raccontavamo intorno a un fuoco e che oggi mamme e papà, anche se stanchi della giornata, ci leggono la sera prima di andare a dormire? Non sono forse le fiabe stesse il nostro paese dove non si muore mai e dove, tra le loro pagine e parole, rimanere bambini per sempre?

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