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RAGING EUPHORIA

ETU

Genere Teatroragazzi Prosa Danza Teatro-danza Performance
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Regia: ETU (Stella Capelli e Daniele Boccardi)

Drammaturgia: Stella Capelli e Elio Musacchio

Attori: Daniele Boccardi Stella Capelli Davide Sinigaglia

Altri crediti: Coreografie Daniele Boccardi dramaturg Elio Musacchio musiche Davide Sinigaglia, D4D4 light design Antonio Spada costumi Federico Sellini

Parolechiave: EMOZIONI, RAGE, SOLASTALGIA, CIELO, MUSICA

Produzione: Produzione esecutiva Balletto Civile; progetto selezionato nell'ambito del bando Maturazione 2024, parte dell’Accordo tra Regione Veneto e TSV per il Progetto Te.S.eO

Anno di produzione: 2024

Genere: Teatroragazzi Prosa Danza Teatro-danza Performance

Raging Euphoria è uno spettacolo composto da due brani fisico-musicali. I brani hanno un denominatore comune: parlano di crescita e di emozioni.
Attraverso il teatro fisico e il teatro musicale ricerchiamo atmosfere che permettano al pubblico di identificarsi in delle emozioni e poter dare un nome a qualcosa che forse hanno provato anche loro.
RAGE
All’inizio c’è RAGE. Rage in inglese significa rabbia, la furia di un temporale, ma anche uscire a divertirsi e insistere. Rage è quella ribellione senza la quale non esiste la crescita.
Vediamo dunque agire in scena questa precisa emozione attraverso il corpo del performer (Daniele Boccardi) che viene mosso dal ritmo energico, incalzante e infuriato di un percussionista (Davide Sinigaglia) alla batteria. Il suono e il movimento intraprendono una battaglia scenica che apre il varco a una catarsi distruttiva.
L’idea di RAGE nasce al concerto di Travis Scott: “Un gruppo di ragazzi che reggeva un cartello di cartone con scritto malissimo a pennarello nero: “Rage or go home”. Quel cartello esprimeva l’anima di tutto il concerto. Travis incitava con tutto sé stesso il pubblico a liberarsi dalla rabbia e dalle afflizioni. A fine concerto eravamo tutti uguali, tutti liberati da qualcosa, da un peso quasi esistenziale, liberati attraverso la RAGE.
SOLASTALGIA
Dopo la ribellione si passa a SOLASTALGIA, una retrospettiva sull’infanzia guardata da non se ne è ancora completamente separato. Solastalgia è un neologismo dello psicologo Glenn Albrecht significa “la nostalgia di casa che provi quando ancora sei a casa”
Solastalgia esprime la mancanza di qualcosa anche se ce l’hai ancora, di una persona anche se la vedi ancora o di sé stessi, perché si è cambiati.
In Raging Euphoria Solastalgia diventa Borzago, un luogo dell’infanzia, e assume le forme dei suoi manufatti: foto, filmati, frammenti di conversazioni che si alternano nel corpo e nelle parole della performer, Stella Capelli, al tempo presente.
Quattro montagne, un fiume e una valle diventano quattro quinte, un palcoscenico e un metronomo e di una tenda per gli indiani rimane solo l’involucro di un ricordo infantile. Non si è mai troppo giovani per provare malinconia, ma non è mai troppo tardi per vivere il presente.
I due brani sono accomunati dallo stesso spazio, che viene attraversato da quello che il fotografo N. Araki ha definito “sentimental sky”: un cielo-diario a cui è stata assegnato un evento atmosferico, un’ora del giorno e un colore in cui si riflettono le emozioni raccontate: il bianco dei lampi che squarciano un temporale notturno per Rage e l’arancione di un’alba per Solastalgia.
Ci piaceva l’idea che una cosa comune come il cielo potesse avere significati diversi per ciascuno di noi, per cui tra i due brani è inserito un momento installativo in cui il pubblico è libero di rivedere nel cielo le proprie emozioni.
Raging Euphoria è un cielo. Un diario di nuvole, ira, lampi, calore, silenzio, nostalgia, paura, catarsi, amore.

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