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Memorie di Antigone

SpazioTeatro

Genere Prosa
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Regia: Gaetano Tramontana

Drammaturgia:

Attori: Gaetano Tramontana

Altri crediti:

Parolechiave:

Produzione:

Anno di produzione: 2011

Genere: Prosa

MEMORIE DI ANTIGONE, di e con Gaetano Tramontana
realizzazioni video di Antonio Melasi
regia di Gaetano Tramontana
Durata: atto unico 60 min.

Antigone è una donna sola.
Di donna, parliamo, nonostante la sua giovane età, perché il suo cammino di vita è stato talmente intenso e pieno di avvenimenti “forti”, le decisioni prese così indipendenti e mature che tutto questo sarebbe bastato per almeno un paio di vite normali.

Antigone è il prototipo di “giovane di belle speranze” che i fatti della vita fanno maturare precocemente e che alla luce degli avvenimenti è capace di mettere in gioco tutto quello che ha, e soprattutto quello che potrà avere, per seguire i propri principi, la sua legge morale, intima e universale al tempo stesso.

Il mito di Antigone non è solo al centro della dialettica “legge dell’uomo” vs. “legge dello Stato”, è al centro della storia stessa dell’individuo, di colui che è capace di raccogliere tutto il proprio presente e il proprio passato fatto di amori, speranze, prospettive e farne nutrimento per affrontare il proprio destino: è proprio per il passato che ha di figlia e sorella, per il suo essere modello di positività, che Antigone è pronta, con naturalezza, ad accogliere il proprio sacrificio.
Con naturalezza, ma non senza dolore.
Qui la forza contemporanea di questa figura.
In un presente in cui i modelli comportamentali latitano, Antigone si propone, a nostro avviso, come esempio, come modello per le giovani generazioni, e non solo per loro.
Se il “mito” è tale perché ci parla attraverso i secoli, Antigone è l’incarnarsi dell’ida di mito: affronta il proprio sacrificio non perché non ama la vita,
Come “portare” la storia di Antigone allo spettatore contemporaneo?
Come evitare una visione parziale del cosiddetto “ciclo dei Labdacidi”, che tradizionalmente è sparso in differenti testi, e allo stesso tempo mantenere intatto il valore e la forza del personaggio che, insieme al padre Edipo, è il più affascinante per sfumature e valori?
Questo ci ha mossi, da questo siamo partiti.
E da una domanda rivolta a noi stessi: perché Antigone è considerata (insieme ad Amleto) al centro dell’idea di teatro contemporaneo?
Antigone ha scelto, sa cosa l’aspetta: messa da parte la disperazione, lucidamente la sua mente corre, pronta a stupire ancora una volta, come ha sempre fatto. Chiusa nella sua cella, isolata dal mondo, elegge la guardia che la controlla – l’ultimo uomo che vedrà – a latore delle sue memorie.
E la sua storia ci giunge così, fatta di parole, gesti, sguardi.
L’idea dei video è nata subito, insieme all’urgenza di esplorare Antigone.
Non tanto per dare un “vernice” di modernità al lavoro ma per confrontarsi con un’immagine onirica e memoriale; per provare a fare “abitare” lo spazio intorno Antigone dai suoi pensieri, dai suoi sogni, dalle immagini che l’hanno accompagnata nella sua breve e intensa vita.
Uno spazio-involucro dove, forse, anche un uomo, un attore, può comprendere e vivere l’avventura di questa donna.

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