Regia: Thea Dellavalle
Drammaturgia: Elvira Scorza
Attori: Chiara Bosco Luana Doni Cristina Renda
Altri crediti: Assistente alla regia Carla Carucci In collaborazione con Teatro della Caduta, Spazio Alice Van Dam e con il sostegno di AMA Factory
Parolechiave: Simone, musica, viaggio, spettacolo, provocazione
Produzione: Doppeltraum Teatro
Anno di produzione: 2024
Genere: Prosa
Un viaggio poetico, un omaggio a Nina Simone e al suo essere “dannatamente” brava. Uno spettacolo di appropriazione culturale, una caduta libera e deliberata verso il fallimento, un tentativo di trovare Nina Simone in noi, e noi in lei. Perché solo le grandi Regine hanno il coraggio di rialzarsi con grazia dopo essere cadute nel fango.
Quale definizione si può dare alla musica di Nina Simone? – blues, jazz, soul… C’è una sorta di smarrimento nel cercare di dare un’unica definizione all’arte di Nina Simone; è lo stesso imbarazzo presente nello spiegare perché un gruppo di donne bianche che di musica masticano il giusto abbiano deciso di confrontarsi con questa donna nera abitata dalla musica. È l’imbarazzo di chi prova a disegnare una figura di donna rischiando di ridurla all’artista, alla militante, alla dissidente, alla sofferente, alla fallibile. È l’imbarazzo di parlare di una delle figure di riferimento della lotta al razzismo, e della musica di rivendicazione da una prospettiva privilegiata. È l’imbarazzo di chi da quel privilegio cerca di ridare una voce a chi una voce non ce l’ha più.
Sul confine tra l’arrendersi al silenzio e il provare a dare un senso all’intreccio tra la nostra storia e quella di Nina Simone, questo spettacolo è una continua lotta all’imbarazzo abbracciata con gioia, con coscienza e con un pizzico di provocazione rispetto ad alcuni punti evidentemente scomodi che una narrazione ispirata ad una figura così monumentale inevitabilmente porta a trattare.
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