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Il Racconto della Principessa Guerriera

Giglio/Prosperi

Genere Teatroragazzi (6-11) Prosa Figura
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Regia: Matteo Prosperi

Drammaturgia: Matteo Prosperi

Attori: Paola Giglio, Matteo Prosperi

Altri crediti: Scenografia Valentina Cardinali Dettori Musiche Antoine Prost Luci Alessandro Marmorini Con il sostegno di Fondazione Sipario Toscana – Centro di Produzione Teatrale; e Florian/Oikos Residenza per Artisti – Pescara; FUTURO PROSSIMO VENTURO – Teatro Le Forche; C.Re.A.Re. Campania | Bando MUD 2023. MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA – XXX Edizione del Premio Nazionale Otello Sarzi

Parolechiave: théâtre d'objets, teatro d'attore, teatro ragazzi

Produzione: Giglio/Prosperi

Anno di produzione: 2023

Genere: Teatroragazzi (6-11) Prosa Figura

Lo spettacolo racconta la storia di un uomo che non vuole assecondare e ripetere i valori della cultura dominante. Quando il Lettore era giovane, suo padre gli raccontava una storia: La Principessa Guerriera. Ora che è diventato padre, il Lettore vuole narrare la stessa storia a sua figlia. Nel leggere il libro però, scopre particolari differenti, che si trasformano in sostanziali cambiamenti della storia che ricordava. Voleva quel libro perché raccontava la storia di una principessa, Matilde, che ribelle alle convenzioni, diventava una guerriera. Si ritrova ora con la storia di una bambina, cresciuta in un ambiente oppressivo, con dei genitori che non assecondano i suoi desideri e che la vogliono costringere in un ruolo. Il Lettore inizia così la sua personale ribellione, arrivando addirittura a scontrarsi con l’Autore per poter cambiare il finale de La Principessa Guerriera. In questo viaggio, una Libraia sarà la guida fondamentale per il Lettore, che lo aiuterà a comprendere il ruolo che ebbe suo padre nel cambiare i dettagli del libro.
Il tema che lo spettacolo vuole affrontare è dunque quello della Narrazione, ovvero della forza e della potenza che hanno le parole nel descrivere e nel plasmare la Realtà. Si vuole cioè trasmettere a un giovane pubblico la consapevolezza del raccontare. Perché usiamo alcune parole e non altre? Tutte le parole sono buone per descrivere o ne esistono alcune che giudicano? Il Lettore, protagonista della nostra storia, si trova davanti a un quesito che è lo stesso di noi spettatori: quale Storia vogliamo raccontare? Vogliamo essere semplicemente degli esecutori che si limitano a ripetere le parole di qualcun altro? Oppure vogliamo essere anche noi autori della Storia e scegliere i contenuti da trasmettere?
Data la dimensione metalinguistica del testo e la sovrabbondanza di personaggi e di luoghi, si è scelto di mettere in relazione il Théâtre d’objets con il Teatro d'attore. Nel Théâtre d’objets, come nel Teatro di Figura, gli oggetti non sono più accessori decorativi ma dei simulacri, utilizzati per evocare i personaggi e attraverso i quali gli interpreti possono dialogare e interagire durante la rappresentazione. Il palco vede la presenza di un solo oggetto: un drappo rosso. La sua dimensione eccessiva, scelta appositamente per lo spettacolo, lo astrae dall’uso ordinario, permettendogli di avere nuova vita e nuovi significati. Esso assume via via diverse forme e diversi significati. In maniera analoga è stato lavorato il testo. Nonostante vi siano personaggi definiti e delineati, gli attori li interpretano senza rispettare criteri di conseguenzialità e di genere. L’obiettivo è quello di scindere l'unità del testo e creare molteplici significanti; per dare al giovane pubblico la possibilità di immaginare il proprio montaggio dello spettacolo. Si vuole rompere la ferrea logica razionale per dare spazio a un’altra logica, più intima, legata alla fantasia personale.

Informazione riservata agli Organizzatori

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