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Jacopo Giacomoni

Sede: Trento
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Laureato in Filosofia con una tesi sull’esistenza dei personaggi dei romanzi, lavora dal 2013 come performer e dramaturg della compagnia Malmadur, con cui ha creato gli spettacoli 50 minuti di ritardo (coproduzione Fondazione Teatro della Toscana), Homo ludens (in collaborazione con Teatro stabile del Veneto e Fondazione Studi Ricerche Benetton), Starlùc e Lear/Del conflitto generazionale, vincitore del Premio OFF 2013 del TSV.
Nel 2019 si diploma al corso di alta formazione per dramaturg di Emilia Romagna Teatro.
Nel 2021 crea e mette in scena Rapimento - spettacolo per uno spettatore solo in un teatro vuoto per ERT, in collaborazione con SIAE-Per chi crea.
Nel 2020 è finalista a NdN-Network drammaturgia nuova con il testo La più grande tragedia dell’umanità; partecipa al Pergine Festival con la performance in solo Ebbrezza distruttiva di una scimmia cappuccina; è performer di X-machine del Teatro dei servi disobbedienti, finalista al bando Biennale under 30; e scrive il monologo Lludwig W. per Roberto Latini e Kilowatt Festival.
Nel 2016 e nel 2017 recita in due produzioni del Teatro stabile di Bolzano per la regia di Marco Bernardi: La cucina di A. Wesker e Questa sera si recita a soggetto di L. Pirandello.
È stato performer alla Biennale Arte nel 2017 per Echoes di Young In Hong, nel 2015 per Das Kapital Oratorio di Isaac Julien e Mark Nash, e nel 2013 per La voglia matta di Marcello Maloberti.
Per la Biennale Teatro ha partecipato ai college di Christoph Marthaler, Thom Luz, Jan Klata, Letizia Russo e Franco Visioli.
Porta avanti anche la carriera di sassofonista, con una continua ricerca nel campo dell'improvvisazione e del free jazz. Suona stabilmente nel trio Ophir (Sibiu Jazz Festival, Roccella Jazz, Novara Jazz) e nel quartetto PÀN Ã LÉÅKÊ. Come musicista ha partecipato a workshop con Evan Parker, Steve Lehman, Amir El Saffar, Pauline Oliveros ed Elliot Sharp.

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