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Fuga da Sarajevo

Monica Luccisano
Regia: Monica Luccisano
Drammaturgia: Monica Luccisano
Attori: Camilla Bassetti, Serena Bavo, Chiara Bosco, Luana Doni, Silvia Mercuriati, Stefania Rosso, Lia Tomatis
Trailer: Link
Anno: 2023
Adatto a: per tutti


Generi: Prosa

Tags: Sarajevo, assedio, Bosnia-Erzegovina, Kamerni Teatar, resistenza

Fuga da Sarajevo, opera della drammaturga Monica Luccisano, trae libera ispirazione dai racconti di Irina Dobnik in un’intervista del 2012, dalle vicende del Kamerni Teatar ’55 e da altri fatti accaduti al tempo dell’assedio di Sarajevo. Lo spettacolo vede la collaborazione in coproduzione di cinque associazioni culturali di Torino: Doppeltraum Teatro, Liberipensatori Paul Valéry, Onda Larsen, Progetto Zoran, Tékhné. Con in scena sette attrici, che ne hanno anche condiviso la regia, si presenta come una riflessione con una specifica prospettiva femminile sulla guerra.
1992-1996 Guerra in Bosnia-Erzegovina e assedio di Sarajevo, il più lungo assedio nella storia bellica della fine del Ventesimo secolo (aprile 1992-febbraio 1996). Le guerre nella ex Jugoslavia, connotate da un senso di barbarie e distruzione fratricida, accaddero nel cuore dell’Europa. Quel conflitto, nella folle “logica della pulizia etnica”, appartiene inderogabilmente alla storia dell’Europa. La stessa Europa dove oggi assistiamo, increduli, a una nuova guerra. È nostra responsabilità rievocare la memoria, e attraverso la rielaborazione performativa farcene carico.
Quella feroce esplosione di violenza entrava a gamba tesa nella vita di Irina Dobnik, allora poco più che ventenne, giovane attrice del Kamerni Teatar ’55 di Sarajevo. Nel 1992, mentre la città era sotto assedio, il Kamerni intraprendeva una “resistenza culturale all’aggressione e alla barbarie” mettendo in scena spettacoli, concerti, prove aperte e performance di vario genere che esprimevano la voglia di vita di attrici e attori, e di quei cittadini che continuavano a frequentare quel piccolo teatro, anche sotto le bombe, anche percorrendo le strade sotto il tiro dei cecchini…
Irina e la sua compagnia teatrale in quel periodo stavano allestendo “Aspettando Godot”. Le prove si svolgevano alla luce delle candele portate da quei pochi spettatori che avevano sfidato il pericolo, pur di andare a prendersi una boccata di vita, in un piccolo teatro. La lavorazione dello spettacolo, di cui Goran curava anche la regia, diventava sempre più intensa; in una sorta di osmosi tra realtà e finzione, il lavoro su quel testo andava intrecciando la tensione, la paura, l’angoscia di quei giorni e il senso di attesa che qualcosa, o qualcuno, mettesse fine a quell’incubo.
La drammaturgia racconta parallelamente i due mondi: quello della guerra e quello delle prove. Ma quei due mondi, la città di Sarajevo assediata con i suoi morti, i suoi feriti e la sua disperazione, e il mondo di “Aspettando Godot” si mescolano sempre di più, come vasi comunicanti. All’incrocio, scorre la vita di Irina e delle sue compagne “sorelle” con le quali si stringe sempre di più nel teatro diventato rifugio, la sua storia d’amore con Goran, e il suo amore per Sarajevo. Come moltissimi altri, Irina sarà costretta alla fuga.

www.monicaluccisano.it
www.doppeltraum.it
www.liberipensatoripaulvalery.com
www.ondalarsen.org
www.progettozoran.com
www.tekhneteatro.com

Altri crediti: disegno luci Cristiano Falcomer
artigiano di scena Fabio Palazzolo
consulenza storica Diego Acampora – TOjeTO

Produzione: coproduzione Doppeltraum Teatro, Liberipensatori Paul Valéry, Onda Larsen, Progetto Zoran, Tékhné

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