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Alle mie figlie. Avere come mamma Bocca di Rosa

Palinodie
Regia: Stefania Tagliaferri
Drammaturgia: Verdiana Vono
Attori: Elisa Armellino, Valentina Celentano, Eleonora Cicconi
Trailer: Link
Anno: 2022
Adatto a: VM14


Generi: Prosa

Tags: femminile, femminismo, De André, cambiamento, sesso

È notte e le regole del tempo di notte, sono altre. Due ragazze sono sul ciglio di una strada deserta.La macchina non riparte. Non c’è campo. Le ragazze sono le figlie di Bocca di Rosa. Una terza sorella le sta aspettando in un altro luogo, al suo concerto. Lo spettacolo segue l'andamento ondivago della sovrapposizione temporale, dei ricordi, delle ripetizioni di scene uguali a loro stesse eppure, leggermente, diverse. Come l'andamento della navigazione in internet, così in scena si aprono molte finestre, si lasciano a caricare pensieri e momenti, mentre si procede con l'andamento narrativo.
Le protagoniste sono bloccate. Nessuna via di fuga all’orizzonte. È in questo buio che cercano le chiavi per riappropriarsi di uno sguardo che sappia andare più lontano del presente e che non si perda nella malinconia del passato. La sovrapposizione di piani temporali, l’andamento destrutturato delle scene, l’andare e il venire da una condizione di realismo restituiscono al pubblico la complessità dell’affrontare un viaggio interiore. Perché ammettere che qualcosa non va è difficile in primis davanti a se stessə.
In Alle mie figlie si parla di sesso, di rivendicazioni, di pacificazioni. Si balla e ci si nasconde. Si ha paura. Quanto può durare una notte?
Note di regia
Quando al Festival Fantasio si è iniziato a lavorare su questo tema, non sapevo quanto lontano mi avrebbe portato. Ancora una volta ho avuto la dimostrazione che il lavoro sui classici - e l’opera di De André è questo, un insieme di pietre miliari dell’arte che tutti sanno a memoria - è il modo migliore per mettersi allo specchio e guardare se tutto procede, o se non è poi tutto così okay come
vorremmo. Molto dell'immaginario sul femminile nel presente è ancora legato a come gli uomini guardano e raccontano le donne. Con le loro opere, grandi autori - uomini, giocoforza, nel passato - si fanno interpreti della realtà e influenzano il mondo. Bocca di Rosa è per antonomasia vittima di questo processo: nella canzone esiste solo in funzione del maschile. Partendo da lei possiamo vedere quanto questo schema, a tratti quasi (superficialmente?) romantico, sia ancora qua e resista pervicace. Lo spettacolo è una mise en abyme di un’opera preesistente per scrutarne i suoi effetti. Una presa di distanza da ambigui meccanismi di adorazione e costruisce, scena dopo scena, uno spazio sicuro per liberare la voce femminile. È un pretesto e un tradimento per lasciare alle donne la possibilità di raccontarsi da sole. Senza timore di denunciare i meccanismi di paura e di lotta continua in cui le donne quotidianamente vivono.

Altri crediti: disegno luci Tea Primiterra, costumi Fabio Porliod

Produzione: Palinodie compagnia teatrale

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Palinodia è una parola di origine greca e letteralmente si traduce così:
cantare di nuovo
PÀLIN di nuovo ODIA (da ÔDÈ) canto
È una figura retorica che si usa quando affermiamo o facciamo il contrario rispetto a ciò che avevamo detto o fatto in precedenza.

Per noi rappresenta la libertà di cambiare opinione, il desiderio di adeguare il proprio pensiero alle conoscenze che acquisiamo e alle esperienze che facciamo nel corso della vita. Palinodia è una parola che racchiude in sé il movimento di una nuova scoperta e la possibilità di sbagliarsi e questo è un concetto vitale.
Ecco come abbiamo scelto il nostro nome.

Palinodie è una compagnia teatrale fondata ad Aosta nel 2012 con una visione: per un teatro vivo. Un teatro vivo che si esprime nella scrittura e nella messa in scena di drammaturgie originali e in azioni culturali volte a rendere il presente più simile a come lo sogniamo.

Il nostro è un teatro della cura, le storie che mettiamo in scena mostrano personaggi lacerati dal presente, che cercano di trovare la luce e rimarginare le ferite. Senza pretesa terapeutica, ma con la convinzione che in tempi bui la catarsi avvenga anche attraverso la bellezza.

La compagnia è riconosciuta dalla legge sul teatro della Regione Valle d’Aosta come compagnia professionale (l.r. del 19/12/1997, n. 45) ed è tra le imprese culturali vincitrici del bando Funder35. Diretta da Stefania Tagliaferri, diplomata all’accademia Paolo Grassi nel 2008, ha come dramaturg Verdiana Vono, formatasi a Ert - Emilia Romagna Teatro Fondazione.
È ideatrice e curatrice della rassegna Prove Generali - il teatro va in montagna, rassegna realizzata con il sostegno del bando Not&Sipari di Fondazione CRT, dove dal 2017 programma alcuni tra gli esiti più significativi della scena teatrale indipendente.

Con la sua ultima produzione, "Alle mie figlie. Avere come mamma Bocca di Rosa", ha ricevuto il sostegno alla creazione nella sezione nuove opere per il teatro del bando Per Chi Crea di Mibact e Siae.
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