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Rosa Goldoni - ritratti della donna moderna da giovane

Compagnia Hellequin
Regia: Ferruccio Merisi
Drammaturgia: Ferruccio Merisi
Attori: Daria Korsunovskaia, Giulia Colussi, Lucia Zaghet, Martina Santelia
Trailer: Link
Anno: 2021
Adatto a: per tutti


Generi: Prosa

Tags: donne, commedia, goldoni, ironia, eresia

Come il rosso per Tiziano, il blu per Kandinskij, o il giallo per Van Gog, per Carlo Goldoni il rosa è una chiave poetica, la cifra di una ispirazione. Goldoni è forse il primo autore della storia della letteratura mondiale che si è avventurato nella leggerezza dell’essere, sulle orme delle donne “non idealizzate” della sua vita. Ritraendole con grande lealtà, anche dove pensava di denunciare qualche loro condotta non irreprensibile, ha finito per edificare piccoli grandi monumenti alla loro forza vitale e alla loro “novità” sociale. Una devianza, una incrinatura rispetto al dominio dello spirito maschile; anzi, una parità più che conclamata sul piano psicologico, anche se ancora tutta da costruire su quello civile ed etico.

“...Che siamo la miglior cosa che abbia prodotto al mondo la bella madre natura”, dice Mirandolina al termine del suo sincero - e per gli uomini “pericoloso”- monologo. Lo spettacolo, oltre alla famosa “Locandiera”, inanella preziosi cammei di altre eroine goldoniane. Ad esse i titoli delle commedie hanno assegnato aggettivi che provenivano dalla grande ammirazione da parte di Goldoni: “di garbo, scaltra, onorata, buona, fortunata, puntigliosa, prudente, saggia, amorosa, brillante, sagace, di governo, forte...”. Ma ci sono pagine ricche di nuova umanità anche dove la donna è “gelosa, curiosa, vendicativa, infatuata, sola, indifferente, bizzarra, morbinosa, volubile...”.
Intorno a loro una galleria di maschere maschili tutte oggettivamente un po’ più immobili, meno alla ricerca di futuro, meno impegnate a realizzarsi e dunque meno creative e meno dialettiche. Probabilmente perché più comode di partenza. Situazione che troviamo ancora oggi, a quanto sembra...

Rosa Goldoni è una collezione di ritratti, ma non è per nulla un’antologia o un varietà. Le varie vicende si rispecchiano, si dissociano, si intrecciano e creano una sempre più percepibile logica di rimandi e riferimenti. Sotto di essi prende forma una grande domanda – relativa alla convivenza tra donna e uomo nel nostro tempo -, che alla fine si scioglie in uno spassoso e ironico “lieto fine”.
L’attualizzazione del linguaggio goldoniano, e in primo luogo della sua “arte di commedia”, è il punto di forza dello spettacolo, portato in scena da un gruppo di sole attrici che, nel loro trasformismo, trattano con lo stesso sguardo disincantato tanto le maschere maschili quanto quelle femminili. Il risultato è un inno alle donne molto intrigante e molto poco retorico, che lascia un retrogusto sorridente e stimolante insieme, continuamente sottolineato dalle citazioni musicali intonate dalle attrici, pescate dal repertorio pop contemporaneo.
Lo spettacolo ha anche una componente “eretica”. Invece che toglierle, a tutti, come voleva Goldoni, qui le maschere sono state messe, a tutti, anche ai personaggi che in origine non le avevano.
Che dire, a volte il miglior omaggio ad un autore è il tradimento, purché ci siano ragione e passione...

Produzione: Scuola Sperimentale dell'Attore - L'Arlecchino Errante

File scaricabili:
Scheda...Rosa.Goldoni.1.pdf

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La compagnia Hellequin è il braccio produttivo della Scuola Sperimentale dell’Attore, a sua volta un ente di ricerca, e formazione, fondato a nel 1985 da Ferruccio Merisi, già regista del Teatro di Ventura, direttore del Festival di Santarcangelo, di Romagna, docente alla Scuola del Teatro a l’Avogaria di Venezia.
La Scuola Sperimentale dell’Attore è conosciuta da molti, in Italia e all’estero, anche per una delle più originali ricostruzioni della Commedia dell’Arte, dovuta, fino al 2016 all’apporto di Claudia Contin Arlecchino e alla sua collaborazione con lo stesso Ferruccio Merisi. In tale ricostruzione sono evidenti sia i ponti con i linguaggi più attuali e con la drammaturgia contemporanea, sia quelli con le grandi tradizioni teatrali di altre culture.
Le tournée della Scuola Sperimentale dell’Attore, in tutti i continenti, sono spesso coniugate con progetti di pedagogia, di documentazione e di scambio.
Sotto l’aspetto della produzione, per la propria Compagnia Internazionale, composta da attori formati al proprio interno tra cui spicca il socio anziano Lucia Zaghet, la Scuola Sperimentale dell’Attore come si diceva utilizza il il nome di Hellequin, in onore del mitico proto-Arlecchino “signore delle anime perdute e diverse”.
Oltre alla produzione, che misura in modo concreto il procedere delle ricerche, sul territorio di residenza, la Scuola Sperimentale dell’Attore pratica un importante lavoro di formazione, a diversi livelli: formazione di attori, di operatori e di pubblico. C’è una “Piccola Accademia”, dedicata ai fruitori del tempo libero, e una “Officina Competenze”, dedicata alla formazione professionale.
Per la Città e la provincia di Pordenone la Scuola Sperimentale dell’Attore ha fondato e gestisce diversi progetti consolidati, tra i quali:
- “L’Arlecchino Errante” festival e workshop internazionale dedicato all’arte dell’attore (ventiquattro edizioni dal 1997);
- “Teatro nel Giardino del Mondo” (dal 2013), rassegna di teatro di innovazione e di impegno civile;
- “Fresco Teatro Social” (dal 2000 al 2016), e “Sperimentali Allegri” (dal 2017 ad oggi) rassegna diffusa di teatro popolare di ricerca;
- “Le Primizie dell’Arlecchino Errante” (dal 2017), rassegna di valorizzazione degli spazi di comunità nei quartieri del capoluogo;
- “Verbum Caro” (dal 2001) atelier permanente per lo studio della voce e della parola;
- il “Progetto Sciamano”, percorsi di ricerca per il teatro delle diverse abilità (dal 1998);
- “Teatro Migrante”, percorsi di ricerca con i richiedenti asilo politico del territorio (dal 2013);
- “Laboratorio Permanente di Commedia dell’Arte”, per la specializzazione degli attori che desiderano lavorare con le maschere.
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