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Sweet Haka

Usine Baug
Regia: Usine Baug
Drammaturgia: Usine Baug
Attori: Ermanno Pingitore, Claudia Russo
Trailer: Link
Anno: 2020
Adatto a: per tutti


Generi: Teatroragazzi (10-13)

Tags: identità, genere, adolescenza, non abbastanza, diversità, forza, amicizia

Come si fa quando non si è abbastanza? Non abbastanza giusti, quando non si è come gli altri ci vorrebbero: troppo bassi, troppo magri o troppo grassi. Con i baffi, se si è una femmina, o con la panza, se si è un maschio. A volte viene solo voglia di piangere, piangere e non pensare più a niente... E se un giorno le lacrime si facessero fiume, si facessero mare, forse si potrebbe per lo meno galleggiare o addirittura imparare a nuotare. Con un po' di fantasia si potrebbe costruire una nave e partire. Magari dall’altra parte del mondo esiste un posto in cui tutti possono essere esattamente come sono : ragazze sgraziate o ragazzi piagnoni, senza preoccuparsi dello sguardo degli altri che in ogni caso non è mai soddisfatto.

Sweet haka è un viaggio, una grande avventura alla scoperta di se stessi, in cui una giovane ragazza troverà il coraggio di essere davvero quello che è. Sulla sua strada non è sola, incontrerà un altro “non abbastanza” esattamente come lei. Questo incontro rimetterà in causa le immagini di maschio e di femmina a cui i due personaggi dovrebbero assomigliare e che offendono i loro desideri di libertà, autonomia e conoscenza. Perchè nessuno è giusto o sbagliato ma semplicemente è.

Altri crediti: Sguardo esterno: Stefano Rocco
Luci: Emanuele Cavalcanti

Produzione: Usine Baug

File scaricabili:
Usine.Baug_Sweet.Haka_scheda.presentazione.pdf

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Usine Baug nasce nel 2018 dall’incontro artistico di Ermanno Pingitore, Stefano Rocco e Claudia Russo. La loro prima creazione CALCINACCI arriva in finale al premio Scenario 2018 includendo nel progetto Emanuele Cavalcanti, light designer, che diventerà parte integrante del gruppo. Stefano, Ermanno e Claudia provengono da percorsi artistici diversi ma si ritrovano nella pedagogia Lecoq, studiando a Parigi e Bruxelles. Questo percorso influenza notevolmente il processo artistico del gruppo, che si basa sull’improvvisazione e sulla creazione collettiva, dove esperienze e punti di vista si incontrano per esplorare e raccontare la complessità del mondo circostante. Usine Baug fa convergere teatro fisico, narrazione e teatro visivo per trasporre la realtà con poesia, sarcasmo e ironia.I nostri spettacoli sono tutti frutto di una creazione collettiva: non sappiamo dire chi li ha scritti, chi ha avuto l’idea, chi l’ha sviluppata. Quello che vedrete in scena viene dalle nostre esperienze, dai nostri corpi, dalle nostre teste, ma anche dalle decine di persone che abbiamo incontrato, dai libri letti, da una quantità indescrivibile di concetti, ricordi, pensieri sommersi nell’inconscio e che risalgono a galla sotto forma di attitudini fisiche, personaggi, ritmi, parole. Poi c’è l’elaborazione di tutto questo, le giornate in sala prove o al telefono o intorno al tavolino di un bar: quando arriviamo, ognuno con le sue proposte, e ce le scambiamo, quando le idee cessano di essere mie o tue e diventano nostre perché tutti ci mettono la mano. È la compagnia che sceglie, rielabora, corregge, devia, deforma quegli spunti iniziali e ne fa qualcosa di altro, a volte simile all’idea di partenza, altre volte completamente irriconoscibile, tanto che spesso ci chiediamo: “dove viene questo personaggio? Chi ha avuto quest’idea?”. La risposta ovviamente non la troviamo.Abbiamo scelto di lavorare così un po’ perché, spesso, nella nostra formazione abbiamo lavorato collettivamente e questa abitudine ci si è scritta dentro con tutti i suoi pregi e i suoi difetti; un po’ perché ci sembra che quattro persone (se riescono a sopravvivere agli scazzi, ai conflitti, alle residenze artistiche, ai Doodle, agli Skype di lavoro, alle discussioni interminabili e alle questioni di principio) possano trovare qualcosa di più interessante, di più sfaccettato, di più sorprendente che una sola. Quando scriviamo, ognuno di noi si ritrova spesso a girare intorno a pochi concetti che in quel momento gli sembrano geniali poi, tutto quello che è uscito da uno di noi, viene portato agli altri; che lo prendono, lo smontano, lo modificano e lo rimontano. Quel che ne esce è contaminato da tanti punti di vista, è colorato dai diversi modi di esprimersi, è modellato dalle diverse intuizioni: è nostro, non è più mio o tuo (e forse non lo è mai stato).
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