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Attenti al LooP - Anatomia di una fiaba

Compagnia Sclapaduris
Regia: Collettiva
Drammaturgia: Originale
Attori: con Francesca Boldrin, Letizia Buchini, Matteo Ciccioli, Francesco Garuti, Gloria Romanin
Trailer: Link
Anno: 2020
Adatto a: per tutti


Generi: Teatroragazzi (10-99), Prosa, Teatro-danza, Figura

Tags: Fiaba, Ombre, Multidisciplinare, Teatro contemporaneo, Teatro Fisico.

Cinque sedie, cinque oggetti apparentemente inconciliabili, un microfono e un grosso libro. Tutti disposti con ordine certosino, inerti di fronte allo sguardo di cinque misteriose figure in guanti e colletto. Un’équipe di chirurghi pronta ad operare? Una compagnia di attori? Ci sarebbe qualche differenza se ci trovassimo nel bel mezzo di un’autopsia in un teatro anatomico del 1600? Il paziente in questo caso è un grande classico della letteratura fiabesca: Cappuccetto Rosso. I chirurghi o, meglio, gli attori-chirurghi sezionano il cadavere della fiaba alla ricerca del principio vitale che la conserva intatta fino ad oggi. Ma...
Se la storia non fosse esattamente così come ci hanno sempre raccontato?
Se le sue viscere fossero state manomesse, deformate, deviate?
Chi può dire quale fosse il suo corpo originario? E quale storia vogliamo oggi tramandare?

IL TEATRO ANATOMICO.
Sin dall’antichità lo studio dell’anatomia dei corpi è stata un’esigenza per la conoscenza umana. Nel XVI secolo vennero costruiti i primi teatri anatomici dove si svolgevano dissezioni di cadaveri a scopo scientifico, come quella raffigurata nel celebre dipinto di Rembrandt "La lezione di anatomia del dottor Tulp”, che ha ispirato l’ambientazione di “Attenti al LooP”. Queste dissezioni, dapprima meri e sobri esperimenti per pochi, divennero nel tempo dei veri e propri spettacoli con tanto di pubblico e orchestra per l’ingresso dei dottori. All’entrata del teatro anatomico di Padova (il più antico al mondo tuttora esistente) campeggia un’epigrafe: "Hic est locus ubi mors gaudet succurrere vitae”: Questo è il luogo dove la morte è lieta di soccorrere alla vita.

LA SCELTA.
Nel teatro anatomico si instaurava dunque una profonda connessione tra vita e morte, che ritroviamo radicata anche nell’antica fiaba di Cappuccetto Rosso. Gli attori-chirurghi della nostra storia affondano metaforicamente il bisturi della loro ricerca, così come il Cacciatore affonda il coltello nel ventre del Lupo. Un gesto, quello dell’incisione, dal forte carico simbolico e dalla doppia valenza: un gesto di vita e allo stesso tempo di morte - la morte del Lupo per la vita della bambina...
Il giovane spettatore viene messo di fronte al dilemma esistenziale della scelta, laddove ogni possibilità costa la “morte” fisica o metaforica di qualcuno o qualcosa – in altre parole, un sacrificio. E ad ogni scelta si accompagna una responsabilità, anche in fatto di narrazione: cosa succederebbe ad esempio se da quella storia che tutti conosciamo, dove tutto sembra così semplice e scontato, traessimo una morale diametralmente opposta, ovvero che La vita della bambina ci è costata la morte del Lupo ?
Di fronte al patrimonio ricevuto dagli avi, ogni nuova generazione è chiamata a mantenere vivi o lasciar morire i modelli in esso contenuti e farne nascere di nuovi, secondo gli ideali e le esigenze del proprio tempo.


Altri crediti: ringraziamo per il sostegno

Civica Accademia d’arte Drammatica “Nico Pepe”
Kilowatt Festival
Dominio Pubblico
Teatro E. Thesorieri di Cannara
Strabismi Festival
Mittelfest
Direction U30
Teatro Sociale di Gualtieri


Produzione: Compagnia Sclapaduris

File scaricabili:
ATTENTI.AL.LOOP_Sclapaduris_Dossier.e.scheda.tecnica.pdf

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Il primo studio di “Attenti al loop” risale al 2018, durante il nostro secondo anno di corso presso la Civica Accademia d'Arte Drammatica “Nico Pepe” di Udine, dove abbiamo da poco conseguito il diploma.
Il gruppo attualmente è composto da: Francesca Boldrin,
Francesco Garuti, Gloria Romanin, Matteo Ciccioli, a cui si aggiunge Letizia Buchini in sostituzione a Valerio Caffa. Eterogenee le nostre provenienze geografiche (Veneto, Emilia Romagna, Umbria e Friuli-Venezia Giulia) e il bagaglio artistico ed esperienziale di ciascuno, che arricchisce tutto il gruppo: dagli studi di informatica
di Matteo, alla costruzione di maschere di Commedia dell'arte di Francesco, alle danze di Gurdjieff di Gloria, alle svariate esperienze di volontariato di Francesca e Letizia. Il nostro Cappuccetto non poteva che essere un esplosione di prospettive. Fin dall'inizio l'intento è quello di esplorare teatralmente le numerose chiavi di lettura della celeberrima fiaba cominciando una ricerca, che non perde mai il gusto del gioco e del paradosso.
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