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Questa lettera sul pagliaccio morto (primo studio)

tEATROMEMORIA
Regia: Davide Pascarella
Drammaturgia: Davide Pascarella
Attori: Matilde Vigna
Trailer: Link
Anno: 2019


Generi: Prosa
“Questa lettera sul pagliaccio morto” è un monologo, per un attrice e degli oggetti, scritto in forma di
lettera. È la storia di una macchinista che investe con il suo treno un pagliaccio su un monociclo, che
cammina contromano sui binari. È la lettera che la macchinista scrive ai suoi superiori per raccontare
quello che è successo.

Questo testo racconta la vita di un personaggio inventato, senza sentire neanche per un attimo la
necessità di dover dire che è inventato. Racconta di un essere umano che riceve il compito di raccontare
l’intera vita di qualcun altro, e di come quest’essere umano prende sulle sue spalle questo compito
enorme. Racconta della vita di un uomo nelle parole di chi lo ha conosciuto giusto il tempo necessario di
farsi raccontare la sua vita, e poi morire.

Non so dire se è una storia di umanità, di fratellanza, se è una “storia delle storie”, se è una storia “di un
uomo” con qualche sfumatura della storia “dell’Uomo”, ma so che è una storia che ha a che fare col
senso primigenio di ciò che è il “fratello”.

Con questo primo lavoro, cerco di interrogare me stesso prima ancora che la scena, e poi cerco di
interrogare la scena con la stessa innocenza di quando interrogo me stesso. Qual è il senso del racconto? Se ti racconto una cosa posso cambiarti la vita? Ha senso che una cosa debba essere “vera” per
significare? Cosa porta le persone a scegliere di morire? Cosa racconta di noi nonostante noi? Com'è
possibile che le cose “finte” ci trasformino? Come fanno le cose poetiche a essere dette facendosi
concrete? Come posso fare quello che mi piace? Come possono comunicare fra loro le cose
immensamente grandi, come l'universo, e immensamente piccole, come una carezza?
Queste domande le pongo al mio testo e le lascio a macerare come un humus, o a evaporare,
aspettandomi che piovano sulla mia testa ignara nei momenti inaspettati, mentre insieme cerchiamo di
interpretare la storia di due personaggi diversi ma con una direzione – purtroppo – comune.

Altri crediti: Progetto sonoro dal vivo Chiara Dello Iacovo
Scenografia e creazioni materiali Gabriella Armini
Spazio e luci Davide Pascarella

Assistente alla regia Eva Meskhi
Assistenti Gabriele Matté, Erica Nava, Letizia Russo

Residenza produttiva Carrozzerie_n.o.t.
in collaborazione con Nuovo Teatro Sanità

Foto di scena Guido Mencari
Video Mounir Derbal

Produzione: tEATROMEMORIA | residenza produttiva Carrozzerie_n.o.t | in collaborazione con Nuovo Teatro Sanità

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Davide Pascarella (1997) è attore, autore, regista.

Tra il 2018 e il 2021 è allievo della Scuola del Teatro Stabile di Torino diretta da Gabriele Vacis e Valerio Binasco. Lo accompagnano nella crescita anche Fausto Paravidino, Alessio Maria Romano, Michele Di Stefano, poi Martin Crimp, Leonardo Lidi.

È assistente di Francesca Macrì in Romeo e Giulietta ovvero la Perdita dei Padri (2017). Recita in spettacoli di Enzo Marangelo (Io credo a Cassandra), Gabriele Vacis (L'appello, Risveglio di primavera), Valerio Binasco (Amleto), Rezza/Mastrella (Bacio).

Il suo primo progetto di testo+regia, Questa lettera sul pagliaccio morto, debutta al Piccolo Grassi (settembre 2020). Il suo secondo testo, Appunti per un testo sulla fine del mondo, vince il premio Nuove sensibilità 2.0 (dicembre 2020). La sua regia di Lemons lemons lemons lemons lemons di Sam Steiner è finalista al premio Leo de Berardinis (febbraio 2021).

Nell'ottobre 2021 debutta nell'opera lirica, come dramaturg di Medea in Corinto, regia di Francesco Micheli, Teatro Donizetti di Bergamo.

tEATROMEMORIA è il suo progetto personale/collettivo.

Personale, perché guidato dalle sue direzioni artistiche, e composto da artisti diversi in base alle necessità dei progetti affrontati. Collettivo, perché ​sempre condotto in forma plurale​, senza scale gerarchiche o idee preconfezionate da somministrare agli altri.

Sono oggetto della nostra attenzione il rapporto tra le piccole e le grandi cose del cosmo, la memoria come senso fisico attraverso cui leggere il mondo, il racconto e il suo senso oggi, il nostro ruolo artistico-politico, la poesia e la sua concretezza.

tEATROMEMORIA è scritto al contrario per ribaltare i punti di vista, per rispettare le cose grandi e le cose piccole, ma sovvertirne le proporzioni.
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